Si terranno il prossimo 30 aprile le primarie del Partito Democratico che dovranno stabilire chi tra i tre sfidanti - Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano – dovrà ricoprire il ruolo di segretario. Intanto ieri, 6 marzo, sono scaduti i termini per la presentazione delle firme necessarie. Il solito megalomane Renzi ne ha raccolte addirittura 40mila, potendo contare anche sull’appoggio di 190 deputati e 58 senatori. Secondo classificato risulta il ministro della Giustizia Orlando che di firme ne ha portate a casa più o meno 18mila. 80 i deputati e 33 i senatori che fanno il tifo per lui.

Fanalino di coda si piazza l’outsider presidente della Regione Puglia con 6mila preferenze raggranellate.

Renzi

Ad aprire ufficialmente una campagna elettorale che, anche a causa dell’inchiesta Consip che coinvolge il Giglio Magico, si preannuncia infuocata, sarà proprio il segretario uscente. Da venerdì a domenica prossimi l’ex rottamatore che, come scrive Beppe Grillo, “ha rottamato solo il padre”, riunirà le sue truppe, non più alla Leopolda di Firenze, ma al Lingotto di Torino. “Tornare a casa per ripartire insieme”, sarà lo slogan della corsa renziana verso il Nazareno. Convinti della bontà dell’offerta politica del rignanese sono già uno stuolo di ministri, tra cui Roberta Pinotti, Marco Minniti, Dario Franceschini, Marianna Madia, Graziano Delrio e l’ex bersaniano Maurizio Martina.

Con Renzi, oltre alla ristretta cerchia di parlamentari del Giglio Magico, anche i ‘giovani turchi’ rimasti con Matteo Orfini dopo la discesa in campo di Orlando.

Orlando

Proprio il Guardasigilli sembra l’avversario più quotato del favorito ex premier. Orlando può infatti contare su 80 deputati e 33 senatori. A capitanare le sue truppe sarà il ‘vecchio generale’ Giorgio Napolitano (considerato da molti il deus ex machina della candidatura ‘migliorista’ orlandiana).

Esclusa in questa sede la schiera di amministratori locali divenuti orlandiani, dei quali Blasting News si è occupato in un precedente articolo, la lista prosegue con la ministra Anna Finocchiaro. Insieme a lei, il sempre tormentato Gianni Cuperlo, l’ex veltroniano Goffredo Bettini, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Endorsement pro Orlando anche da molti lettiani (inteso come Enrico Letta) come Marco Meloni. Sul carro orlandiano saltano anche Silvia Velo, Daniele Marantelli, Sandra Zampa e Margherita Miotto. Pronti a dare una mano nei gazebo anche i ‘compagni che sbagliano D’Alema, Bersani e Speranza.

Emiliano

Parte apparentemente in svantaggio il terzo candidato, Michele Emiliano. Solo 6mila le firme raccolte dal magistrato in aspettativa. Tra queste spiccano quelle dei parlamentari Francesco Boccia, Dario Ginefra, Simone Valente e Khalid Chaouki. Con il corpulento pugliese, in cerca dei voti ‘non di partito’ nei gazebo delle primarie per rovesciare i pronostici sfavorevoli, anche l’ex dalemiano Umberto Marroni e il lucano No Triv” Piero Lacorazza. Lo sfavorito Emiliano può però vantarsi dell’appoggio di lusso (anche se non del voto) fornito dallo scrittore No Tav Erri De Luca.