Gli Stati Uniti hanno sferrato un attacco missilistico diretto alla base aerea sospettata dei raid chimici a Idilib e Khan Sheikun, in Siria, che pochi giorni fa hanno ucciso oltre 80 persone, di cui 28 bambini. Il Presidente Donald Trump ha ricevuto l'appoggio completo da parte del Congresso per questa massiccia azione militare all'interno dei confini siriani, la prima del suo mandato.

Dopo un ulteriore irrigidimento dei rapporti con la Russia a seguito della strage chimica, Putin afferma che l'attacco fosse "già pianificato" e che la motivazione statunitense fosse soltanto un pretesto per giustificare l'intervento diretto.

Missili in Siria e attacco chimico: USA ai ferri corti con la Russia

Mentre l'ONU ha indetto una sessione di emergenza il giorno dopo la strage, prosegue l'indagine sulle cause e responsabilità dell'attacco chimico. I sospetti si sono concentrati sulle due fazioni in scontro nell'area, ovvero il Regime Siriano di Assad e un gruppo islamista vicino ad Al Qaeda, che controlla alcuni villaggi circostanti.

Il governo siriano, appoggiato incondizionatamente dalla Russia, declina ogni responsabilità. Molte le nazioni che hanno puntato il dito su Assad, chiedendo spiegazioni chiare in merito alla dinamica dei fatti. La versione ufficiale farebbe riferimento non tanto a un attacco deliberato, quanto all'esplosione di un arsenale chimico dei ribelli, fulcro di alcuni scontri tra islamisti e truppe governative, dal quale sarebbero poi fuoriuscite le sostanze tossiche.

Tuttavia, resta il dubbio sull'attendibilità di queste dichiarazioni da parte del fronte internazionale occidentale, USA ed Europa in primo luogo. Ciò ha portato allo sgancio dei missili Tomahawk da parte di due navi americane nel Mediterraneo, con il beneplacito dell'intero Congresso.

Le reazioni della comunità internazionale

La Russia è la prima a reagire all'attacco militare statunitense. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha dichiarato che "è evidente come l'attacco fosse già stato preparato in precedenza" e che Washington fosse solo in attesa di un pretesto adatto.

Viktor Ozerov, presidente del comitato di Difesa e sicurezza del Consiglio federale russo, ha aggiunto che la Russia chiederà una convocazione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU - che ricordiamo essere formato da Russia, USA, Cina, Francia e Regno Unito come membri permanenti, più alcuni membri temporanei, tra cui l'Italia fino al 2018.

Vladimir Putin ha sottolineato come l'attacco missilistico violi la legge internazionale, poiché gli Stati Uniti hanno aggredito uno stato sovrano, non dissimile da quello del 2003 in Iraq. La NATO conferma che il segretario generale è stato informato prima che gli USA sferrassero l'attacco, mentre si attende la conferenza stampa ufficiale da parte di altri stati. Intanto l'Unione Europea sostiene la scelta di Trump, facendo fronte unito contro il regime di Assad, pur con molte riserve. L'UE era stata messa al corrente, insieme alla NATO, della possibilità di un attacco missilistico.

In una dichiarazione congiunta, i presidenti Hollande e Merkel dichiarano che "La Francia e la Germania proseguiranno gli sforzi con i loro partner nel quadro dell'Onu per sanzionare in modo più appropriato gli atti criminali e l'uso di armi chimiche vietate dai trattati".

Ulteriore appoggio agli Stati Uniti arriva dalla premier britannica Theresa May, dalla Turchia e da Israele.

Donald Trump ha spiegato il raid affermando di aver cambiato atteggiamento verso Assad, prima visto come un alleato contro l'ISIS. "Questa notte ho ordinato un’azione militare mirata sull’aeroporto in Siria da cui è partito l’attacco chimico. - ha confermato il POTUS - È nell’interesse vitale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti prevenire e scoraggiare la diffusione di armi chimiche letali."