I francesi scelgono il nuovo capo dello Stato e sembra proprio la cronaca di un ballottaggio annunciato, se non addirittura di una vittoria annunciata al secondo turno che si terrà il prossimo 7 maggio. Sarà una Francia 'blindata' quella che accompagnerà le operazioni di voto, in programma dalle 8 alle 19. Il recente attentato ai Champs Elysees, rivendicato dall'Isis, le successive minacce ad opera dell'abile macchina di propaganda jihadista, non fanno dormire sonni tranquilli. Saranno almeno 50 mila i rappresentanti delle forze di polizia, rafforzati da oltre 7 mila componenti dell'esercito, che avranno il compito di garantire la sicurezza dei 67 mila seggi sparsi in tutto il Paese.

Macron in testa nei sondaggi

Marine Le Pen ha fatto dell'euroscetticismo e della campagna anti-migranti ed anti-Islam i suoi tormentoni elettorali. Visto con gli occhi del politologo, l'attentato di Parigi rivolto contro le forze dell'ordine avrebbe potuto in qualche modo favorire la candidata del Front National. L'estrema destra francese avrebbe guadagnato un punto percentuale nell'ultimo sondaggio Odoxa effettuato dopo l'attacco, ma Emmanuel Macron resta in testa nelle previsioni di voto. Si gioca su un filo, il candidato del movimento 'En Marche!' sarebbe intorno al 24,5 per cento delle preferenze contro il 23 di Marine Le Pen. Pertanto non è da escludere che il voto smentisca questa prospettiva, fermo restando che entrambi sembrano certi di andare al ballottaggio.

Più staccati Francois Fillon, candidato dei Repubblicani, e Jean-Luc Melenchon, esponente della sinistra radicale, entrambi intorno al 19 per cento. La gauche francese è andata rapidamente in crescendo nelle ultime settimane, ad un certo punto Melenchon sembrava candidato al ruolo di 'terzo incomodo', grazie anche al vistoso calo di Fillon letteralmente devastato dall'inchiesta giudiziaria che lo ha travolto insieme alla moglie.

Il crollo socialista

Il Partito Socialista è il 'grande sconfitto annunciato' di queste elezioni presidenziali. Paga senza alcun dubbio la deludente presidenza di Francois Hollande che, certo di una sua disfatta, ha preferito fare un passo indietro al momento di annunciare l'eventuale ricandidatura. Il ritiro del presidente meno amato della storia recente del Paese non è però servito a far lievitare i consensi: il candidato certo sembrava l'ex premier Manuel Valls, sconfitto però alle primarie da Benoit Hamon che rappresenta la parte più a sinistra dell'elettorato socialista.

Ad ogni modo, i sondaggi danno la corsa di Hamon verso l'Eliseo assolutamente ininfluente, secondo la migliore delle previsioni potrebbe attestarsi intorno al 10 %. L'area di voto socialista, in fin dei conti, è stata letteralmente 'depredata' dal dissidente Macron, che raccoglierebbe gran parte delle preferenze moderate, mentre un numero crescente di cittadini che si riconoscono idealmente nella gauche potrebbero virare su Melenchon. Il presidente uscente Francois Hollande rischia decisamente di passare alla storia come l'uomo che ha portato i socialisti francesi ad un naufragio epocale, nel quale l'ammutinato Macron ha lanciato le bordate decisive per affondare la nave.

Perché Macron è il grande favorito

Emmanuel Macron è giovane, carismatico e si presenta come il grande innovatore del centrosinistra transalpino. In questa sua ascesa è stato però favorito da determinate condizioni che hanno stravolto lo scacchiere politico di Francia. In primo luogo la crescita dell'estrema destra che ha attinto voti un pò ovunque, ma di fatto il Front National potrebbe esprimere il suo massimo potenziale elettorale in questo primo turno e guadagnare qualche altro punto al ballottaggio, per il resto non sembra possedere ulteriori risorse. Macron, come già detto, ha conquistato la base moderata socialista fortemente delusa da Hollande e, grazie allo scandalo che ha colpito Fillon che ad un certo punto veniva dato per favorito alla presidenza, potrebbe raccogliere anche una parte dei voti repubblicani.

In vista di un ballottaggio praticamente certo, la percentuale di Macron è destinata a crescere perché, come detto, potrebbe attingere preferenze dal fronte socialista e repubblicano, ma anche dalla sinistra radicale. Si tratta di una previsione logica, dati alla mano, a meno che Marine Le Pen non sorprenda tutti e smentisca clamorosamente i sondaggi, un pò come accaduto negli Stati Uniti con Donald Trump, dove però la vittoria di quest'ultimo è stata frutto del machiavellico sistema elettorale a stelle e strisce.