Michele Emiliano, classe 1959, è il più anziano dei tre candidati alla segreteria del PD. Il 30 Aprile si svolgeranno le elezioni interne al più grande partito italiano e gli iscritti, e quanti vogliano partecipare, ne sceglieranno il leader.

Il suo CV

Dopo una laurea in giurisprudenza e l’esperienza in magistratura, Emiliano entra in Politica nel 2003. Vince la prima competizione elettorale nella sua città natale -Bari- indossando la fascia tricolore di primo cittadino. Dopo due mandati al comune, nel 2015 diventa governatore della Puglia, riuscendo ad ottenere dal premier – Matteo Renzi- un budget di oltre 2,5 milioni di euro per favorire la crescita della sua regione.

Da sempre vicino a Bersani, egli decide di non lasciare il Partito Democratico e lancia a Renzi e a Orlando il guanto di sfida per le primarie.

Perché è candidato alle Primarie del PD?

Emiliano spiega la sua partecipazione alla sfida del 30 Aprile come atto di difesa della Costituzione. Per lui il ruolo di segretario del Partito Democratico non è un traguardo fine a se stesso, ma un punto di partenza. L’obiettivo da raggiungere è la concretizzazione dell’uguaglianza, di cui parla la Carta all’articolo 3. Il candidato vede la propria organizzazione politica come strumento per riportare coesione, speranza e futuro al Paese. Egli, nel proprio appello, evidenzia l’urgenza di maggiore responsabilità: sia per ricostruire l’unità nazionale –in parte decaduta- e sia per ottemperare quei doveri che la democrazia impone.

Tuttavia, Emiliano non risparmia colpi a Renzi, dichiarandosi contrario alla “teoria della rottamazione”, alla “retorica della contrapposizione” e alla “selezione degli eletti per fedeltà al capo”.

Che cosa propone?

Emiliano vuole gli Stati Uniti d’Europa, da realizzarsi attraverso un processo d’integrazione più intenso, tra i diversi paesi.

Questo si traduce in una visione più elastica del rigore economico attuale, che permetta investimenti lungimiranti capaci d’innescare la ripresa. L’ex magistrato, in ossequio al principio delle pari opportunità, propone l’inserimento di norme europee che impediscano alle multinazionali di operare in regime di sconto, rispetto ai competitor più piccoli.

Sul piano dell’occupazione, Emiliano propone: il ritorno dell’articolo 18, per restituire dignità a quanti producono ricchezza; una maggiore tassazione sui grandi patrimoni; una riduzione dell’imposizione sui redditi da lavoro. A suo avviso, le risorse utili a finanziare tali cambiamenti vanno ricercate nella lotta all’evasione e nella riduzione dell’Iva.

Sul piano dello sviluppo, il candidato propone il rilancio del Made in Italy in tutti i settori- in particolare in quello agroalimentare- attraverso: il miglioramento dei processi produttivi; l’abbattimento degli ostacoli che impediscono l’accesso al credito - soprattutto alla piccola imprenditoria; e il potenziamento del capitale intellettuale, per mezzo d’investimenti sul piano educativo e formativo.

Il programma di Emiliano prevede anche lo snellimento della burocrazia e la salvaguardia dell’ecosistema. In materia di tutela ambientale, egli non poteva non pensare all’Ilva di Taranto, per la quale prevede una alimentazione non più a carbone ma a gas. In questo modo, a suo avviso, si può coniugare l’occupazione con la crescita e la salute del territorio.

Sulla carta, il quadro che Emiliano dipinge è affascinante e capace di attirare molti consensi, forse più di quanti egli stesso possa immaginare. Renzi e Orlando sono avvisati.