Nella puntata della trasmissione "L'Aria che tira" su La7 di questo lunedì 8 maggio è intervenuto l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, che si è soffermato in particolare sulle Elezioni presidenziali francesi, ma non solo. Ecco tutte le sue dichiarazioni.

'Avrei votato per Macron ma è un avversario per la sinistra'

L'ex segretario di Rifondazione Comunista ha detto: "Mi pare che Macron sia non tanto da decifrare quanto da fotografare. Vorrei far notare che la piazza che lo ha accolto era colma solo di bandiere francesi, come successo a nessun altro presidente francese in passato.

Lui emerge sulla crisi della Quinta Repubblica, la vecchia politica è morta. Come spesso è stato detto, alle Presidenziali Francesi al primo turno si sceglie, mentre al secondo si decide chi si butta dalla torre. Il voto del ballottaggio non è stato genericamente contro il populismo ma invece contro il populismo connotato alla Le Pen e in salsa fascista". Poi ha aggiunto: "Io avrei votato Macron, lo dico tranquillamente, anche se lui resta un avversario per la sinistra. Ma ricordo che il 12% dei francesi ha votato "scheda bianca" per dire né Macron né Le Pen, questo è un gesto molto importante su cui riflettere da parte di chi ha detto di non stare con nessuno dei due, affermando che Macron è appunto un avversario.

Anche Macron vuol fare il partito della Nazione, ma questo non è niente di originale".

'Il futuro sarà uno scontro fra popolo ed élite: ormai i popoli sono contro i governi in tutte le nazioni'

Da qui Bertinotti ha preso lo spunto per fare un'analisi più complessiva di quello che sta accadendo sul piano sociale su scala internazionale: "Il punto è che si è inabissato il conflitto fra destra e sinistra, questa assenza è stata colmata non da quello fra europeisti e sovranisti, ma invece da quello fra alto e basso della società: il popolo sta male, soffre, non è riconosciuto, si ribella e lo fa con una rivolta che può prendere mille forme; io lo chiamo "populismo sociale" perché attraversa tutta la società.

Insomma è il popolo contro le élite. La politica dà a questo populismo di base delle risposte diverse: la Pen dà risposte fascistoidi, i miei amici di Podemos in Spagna danno risposte di sinistra, Grillo ne dà trasversali. Ma questa è solo la risposta della politica, mentre lo scontro fondamentale su cui si giocherà il nostro futuro è quello fra popolo ed élite".

Prima di aggiungere: "Macron è uno che sta fuori dal vecchio establishment, ormai non conta se sei stato ministro o se sei ricchissimo (come accaduto a Trump), lui è uscito dal Governo, ha costruito En Marche e ha detto "Io non sono uguale agli altri", costruendo una rendita posizione che lo ha reso forte contro la Le Pen. Se Macron invece avesse corso con le bandiere del Partito Socialista probabilmente non ce l'avrebbe fatta, infatti la Le Pen cercava di schiacciarlo su questo ma non c'è riuscita. Ma vogliamo dirlo che ormai i popoli sono contro i governi in tutte le nazioni?"

'Mancano le grandi organizzazioni che facevano solidarietà. A cosa serve lo Stato se non protegge i cittadini?'

Infine Bertinotti ha fatto anche alcune riflessioni sul dibattito italiano riguardo a sicurezza e legittima di difesa: "Io sento una mancanza lacerante che riguarda tutti i casi difficili in cui, in particolare, la povera gente è più esposta dei benestanti a questo "nuovo mondo" e alle sue "disgrazie" come il processo migratorio prodotto dalle guerre e da un disastroso modello di sviluppo; così come riguardo alla violenza nelle famiglie e nei quartieri.

Ecco, in entrambi i casi chi vive in una periferia disagiata soffre di più. In questo contesto sento la mancanza dei grandi partiti, dei sindacati e delle organizzazioni che erano presenti nei quartieri e costruivano cultura, solidarietà e persino aiuto reciproco, questo vuoto produce un imbarbarimento delle relazioni. Ma davvero possiamo immaginare che da questa ansia e paura si possa rispondere con il 'fai da te' mettendo una pistola in mano alla gente? Davvero vogliamo privatizzare tutto questo? Ma a cosa serve lo Stato e perché dobbiamo pagare le tasse se lo Stato non è in grado di occuparsi di queste cose?"