“Ferruccio De Bortoli ha una ossessione personale per me che stupisce anche i suoi amici”. È forse questo il passaggio più duro e significativo dell’intervista rilasciata da Matteo Renzi al quotidiano Il Foglio il 13 maggio. Il colloquio con il giornale diretto da Claudio Cerasa rappresenta la rottura di un silenzio, divenuto ormai sospetto, durato per quattro giorni, da quando, con la pubblicazione delle anticipazioni del nuovo libro di De Bortoli, Maria Elena Boschi è finita nuovamente nell’occhio del ciclone per il caso Banca Etruria. Nel corso dell’intervista, il segretario Pd si scaglia con veemenza contro l’ex direttore di Corriere della Sera e Sole24Ore, spiega come nel periodo 2014-2015 molti istituti di credito, tra i quali anche Unicredit (quella verosimilmente contattata dalla Boschi) si fossero interessati al dossier Banca Etruria, si augura che la commissione di inchiesta sulle banche (che Montecitorio dovrebbe istituire con un voto il 22 maggio prossimo) “inizi a lavorare” e conclude il suo intervento ricordando, con malcelato livore, tutte le “falsità” scritte da De Bortoli sul suo conto.

L’intervista di Renzi al Foglio

Dunque, a sentire l’ex premier, anche se non spiega il perché, Ferruccio De Bortoli sarebbe talmente ossessionato dalla sua persona da lasciare stupiti persino i suoi amici. Renzi attacca colui il quale è stato direttore dei “principali quotidiani italiani” che, dall’alto della sua esperienza, solo oggi avrebbe capito che i veri poteri forti italiani “risiedono a Laterina”, paese di residenza della famiglia Boschi. “Chi ci crede è bravo”, è il commento guascone del politico di Rignano sull’Arno. Secondo il suo racconto, quando si reca a Milano, persino gli amici di De Bortoli gli chiederebbero stupiti dei motivi di tanto astio nei suoi confronti. “Forse perché dà a me la colpa perché non ha avuto i voti per entrare nel Cda della Rai”, è la sua risposta al curaro a questi interrogativi.

Fatto sta che - nonostante le rivelazioni contenute nel libro Poteri forti (o quasi) su un presunto incontro tra la Boschi e l’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni nel 2015 - tutti conoscevano il “segreto di pulcinella”, afferma Renzi, dell’interessamento della prima banca italiana per il “dossier Etruria”. E lo stesso valeva per gli altri istituti in difficoltà (Banca Marche, Chieti e Ferrara).

Una verità che, aggiunge il segretario Dem, si spera venga a galla con l’istituzione della commissione di inchiesta che, come detto, dovrebbe partire a fine mese. Vero che l’allora governo Renzi, nelle figure del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del sottosegretario Graziano Delrio, si stava muovendo per salvare le banche, ma è altrettanto vero che l’azione della Boschi venne portata avanti all’insaputa del resto dell’Esecutivo (forse anche di Renzi), con un conflitto di interessi enorme e senza averne alcun titolo.

Poi, arriva la difesa diretta di Pier Luigi Boschi, il babbo di Maria Elena che “è stato vicepresidente non esecutivo per otto mesi”, ma che non è stato né “commissariato”, né “rinviato a giudizio”. Il finale dell’intervista è un climax di livore contro De Bortoli che avrebbe “detto falsità” su Marco Carrai, “sulla vicenda dell’albergo in cui ero con la mia famiglia” e “sui miei rapporti con la massoneria (il famigerato “stantio odore di massoneria” avvertito dal giornalista ndr)”. Renzi non sa e non vuole sapere quale sia la fonte da cui De Bortoli attinge le sue informazioni, ma si dice sicuro che sia “ossessionato” da lui. La speranza conclusiva di Renzi è che il libro appena uscito “venda tanto”. Nel frattempo, De Bortoli tocca ferro.