Chi è Emmanuel Macron?

Come tutti sappiamo, in Francia infuria la battaglia elettorale. E come ogni battaglia elettorale che si rispetti, i due candidati danno sfoggio del loro "profilo migliore". Diciamo che entrambi, come giusto che sia, ostentano il loro physique du rôle. Di contro ovviamente, la stampa, più o meno di parte, si trastulla allegramente nei gossip privati e in pseudo scoop della giornata. Ma in tutta questa fuffa mediatica ed elettorale, si sono visti in giro pochi elementi che siano davvero narratori del profilo politico dei due.

Soprattutto di Emmanuel Macron, considerato dalla pubblica opinione come il "salvatore della Francia dal declino populista e fascio-razzista" della terra d'oltralpe. Sì, perchè tralasciando la ben nota e criticata Marine Le Pen, sul candidato social-democratico-liberale Macron, si è detto molto poco, per ciò che riguarda la sua carriera Politica. Sappiamo bene che ha lavorato alla corte di Hollande, come sappiamo altresì che la sua carriera politica è stata caratterizzata da un nomadismo di appartenenza. Ma della sua posizione non solo politica, ma ideologica, a noi cugini Italiani ci è dato sapere molto poco, o meglio, quanto basta per tenerci normalmente disinformati.

Nel 2006, fino al 2009, Macron ha militato nelle fila del PS, il Partito Socialista francese fino a che, estromesso dai suoi stessi colleghi di partito durante le elezioni legislative in Piccardia, e diventò un apolide politico, ossia un indipendente senza partito dal 2009 al 2016.

Da allora, fino ad oggi, Macron fa parte del partito En Marche! da lui stesso fondato. Ma fuoriuscendo da questa ottica meramente cronologica, ed entrando in quella politico-ideologica, si può analizzare un certo suo opportunismo e furbizia politiche. Sebbene lui abbia dichiarato ad un'intervista al quotidiano Le Monde, di dover onestamente dichiarare di non sentirsi assolutamente socialista, verrebbe spontanea, allora, la domanda sul perchè si fosse impelagato in una militanza socialista nonostante non si sentisse tale.

Partito Socialista che, per altro, ha frequentato fino alla sua disfatta alle legislative della Piccardia, quando i suoi colleghi di partito gli negarono la fiducia e da allora lo costrinsero ad una carriera di viandante e nomade della politica francese. Il ballo del politico eseguito da Emmanuel Macron non finisce qui. Contemporaneamente alla sua permanenza nel PS conosce Hollande nel 2006, ed inizia una collaborazione con lo stesso nel 2010, sebbene fosse oramai estraneo alle logiche di partito del PS.

Sempre nel 2011, e sempre durante il suo periodo di indipendenza politica, sostenne lo stesso Hollande nelle primarie socialiste, fondando addirittura un gruppo di economisti ed esperti che gli fornivano dati utili alla sua campagna. Insomma non c'è che dire, Macron si è impegnato molto, sebbene non fosse più membro del PS. Ed infatti questo suo zelo lo premiò con la carica di Vice- Segretario all'Eliseo al fianco di Hollande dal 2012 al 2014. In seguito, dal 2014 al2016 divenne Ministro dell'Economia, Industria e Digitale nel governo Valls. E' pertanto evidente una certa dote di opportunismo politico nel corso della carriera politica di Macron. Sebbene, infatti, nel 2016 esprimeva l'augurio che François Hollande si candidasse alle Presidenziali, in quanto ritenuto legittimo concorrente da parte dello stesso Macron, il giovane politico francese, sempre nello stesso anno fondò il suo partito En Marche!

con il quale annunciò la candidatura.

L'asso nella manica di Macron

Ultima ma non per ultima, va elencata la ciliegina sulla torta. Il fiore all'occhiello della carriera Di Emmanuel Macron. Nel 2008 infatti, diventa impiegato della banca d'affari Rothschild & Cie Banque. All'interno della stessa, viene promosso, nel 2010, ad associato ed in seguito dirigente. Come se non bastasse, lo stesso Macron ha spesso affermato di ritrovarsi ideologicamente all'interno di una visione europeista del libero mercato e dell'economia francese e non solo. Non a caso, infatti, in questi giorni sono arrivate note di appoggio e di conferma da parte di personaggi quali Angela Merkel, Obama e Renzi. L'essenza di questi avvenimenti politici ed elettorali in seno alla Francia, stanno dimostrando per l'ennesima volta come la Francia, così come le altre nazioni Europee e mondiali, si vogliano destinare ad una sorte di comando improntata sul servilismo europeo, monetario e bancario.

Ancora una volta si vuole dare ad una nazione, come Capo di Stato, un servo e sottomesso delle lobby bancarie e finanziarie. Ancora una volta, a perdere, saremo tutti noi. Come sempre, per scoprire il nostro nemico, basta vedere chi non è dato criticare.