Domenica 14 Maggio i militanti della Lega Nord sceglieranno il proprio segretario federale attraverso lo strumento delle primarie, in attesa della ratifica del congresso del partito, che si terrà il 21 a Parma. Due sono i candidati ad aver superato la soglia delle mille firme necessarie per concorrere: il segretario uscente Matteo Salvini, con 6.862, e Gianni Fava, assessore all'Agricoltura della Lombardia, con 1.055 firme a proprio favore. Fava, che nei giorni scorsi ha denunciato come la propria candidatura fosse stata ostacolata dai vertici di via Bellerio, sostiene con convinzione un ritorno alle posizioni indipendentiste e autonomiste delle origini; nella sua battaglia ha ottenuto il supporto del vecchio leader del Carroccio, Umberto Bossi.

La sfida tra Salvini e Fava

Si scontrano quindi due concezioni molto diverse tra loro: un partito nazionale sovranista che guarda ai tanti scontenti, trovando sempre maggiori punti di contatto con Fratelli d’Italia, e che si pone in diretta concorrenza con il Movimento 5 Stelle, oppure una forza indipendentista locale, saldamente alleata di Forza Italia in una classica coalizione di centrodestra. Matteo Salvini accetta la sfida, sicuro di portare a casa il risultato, e rilancia: “Non sono disponibile a rimanere segretario con una maggioranza risicata del 51%; quindi se il 14 maggio non raggiungo l’80% dei consensi, al congresso di Parma farò un passo indietro, sarò un semplice militante, come ho fatto per 30 anni”.

E rincara la dose: “Punto all’egemonia nella mia area politica; qualcuno forse ha nostalgia di un partito del Nord al 3% completamente subordinato a Berlusconi”.

Le ripercussioni del voto francese

Chi si è invece, almeno apparentemente, mantenuto neutrale in questi giorni è stato il governatore della Lombardia Roberto Maroni, che parla di “grande operazione di democrazia”, rendendo merito a Salvini di aver permesso le primarie e ricordando come questa volta si scontrino due visioni che, pur appartenendo alla Lega, hanno tra loro accenti molto diversi.

Di certo la sconfitta alle presidenziali di Marine Le Pen ha diviso ulteriormente i due candidati: il segretario è stato un grande sostenitore della candidata del Front National, mentre Fava ha parlato di “alleanza innaturale”, citando il programma della sconfitta che prevedeva la cancellazione di regioni e autonomie locali, contrapposta ad una forte centralizzazione del potere.

E anche Berlusconi, che saluta con favore il risultato delle elezioni francesi, esorta Salvini ad abbandonare le velleità sovraniste alla Le Pen, considerando come certe teorie non convincano gli elettori e quindi come sia sbagliato seguirle.

Salvini attacca Berlusconi

Pronta è arrivata la risposta di Salvini: “Non mi sembra possibile un’alleanza con chi è contento della vittoria di Macron, perché è attualmente in corso una operazione di sostituzione etnica del popolo francese, e, se non ci si muove in tempo, la stessa sorte toccherà anche all’Italia”. Poi fa un ragionamento numerico: se il parlamento non riuscirà a legiferare e resterà in vigore il sistema elettorale uscito dalle ultime sentenze della Corte Costituzionale, per la Lega sarà più conveniente evitare di correre con Forza Italia. E conclude: “Chi pensa di continuare a rendere l’Italia schiava di quest’Europa dalle tante regole assurde e dall’immigrazione incontrollata, può pure scordarsi ogni ipotesi di alleanza con noi”.