Bufera su Debora Serracchiani. La governatrice della regione Friuli Venezia-Giulia è finita nell'occhio del ciclone a causa di una nota ufficiale della Regione, in cui commentava un recente episodio di violenza sessuale avvenuto a Trieste.

Il comunicato ufficiale e la rettifica via social

A scatenare le polemiche, è stata la notizia dello stupro di una ragazza avvenuto nella stazione di Trieste, il cui colpevole si è scoperto essere un richiedente asilo. Immediato e unanime il coro di condanna del gesto, a cui si è aggiunto il comunicato proprio della Serracchiani, che ha asserito come uno stupro, pur rimanendo sempre e comunque un atto schifoso e deplorevole, risulti moralmente ancor più inaccettabile quando a compierlo è un richiedente asilo, una persona che cerca accoglienza nel nostro paese.

La Serracchiani inoltre ha chiesto l’espulsione immediata per chi compie reati di tale gravità.

L’offensiva contro parole della presidentessa della Regione Friuli è stata praticamente istantanea e proveniente soprattutto dalla sua parte politica. La rivista Left l’ha definita "giovane promessa marcita"; Arturo Scotto invece vede le parole della donna talmente razziste da riuscire a superare Salvini. Anche nei social network i commenti non si sono fatti attendere, con l’esponente democratica accomunata più volte a Marine Le Pen e tacciata di razzismo; oltre ad essere attaccata a livello personale. A poco è servita, alcune ore più tardi, la rettifica dell’ex eurodeputata, questa volta via social.

La Serracchiani ha tentato di spiegare su Twitter come non esistano stupri di differente entità, ma nel caso dei richiedenti asilo si unisce all’atto esecrabile anche la rottura del patto di accoglienza. Gli attacchi tuttavia sono proseguiti, anche se mischiati a Tweet di accordo e sostegno alle parole della donna.

Serracchiani non nuova ad attacchi

Politica di spicco del Partito Democratico, venuta alla ribalta per il suo exploit alle europee del 2009 (dove ad appena 39 anni risultò la più votata della circoscrizione Italia Nord-Orientale) e successivamente per la vittoria nelle elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia nel 2013, la Serracchiani ha svolto negli anni del Governo Renzi il ruolo di portavoce del Pd oltre quello di vicesegretaria nazionale.

La continua esposizione mediatica, unita a una inevitabile e crescente popolarità, ha reso l’avvocata romana vittima di attacchi mediatici e non solo. Il clou è stato raggiunto lo scorso dicembre, quando in un momento molto teso a livello politico sia personale che per il Pd, l’ex parlamentare europea non ha retto lo stress ed è scoppiata a piangere durante una seduta del consiglio regionale che presiede, denunciando di aver sopportato più di ogni altro attacchi esclusivamente personali.