Dopo le dichiarazioni di ieri sull'indagine denominata Russiagate del direttore ad interim dell Fbi, Andrew McCabe, davanti alla Commissione sull'intelligence del Senato americano, la reazione del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non si è fatta attendere. Ed è avvenuta nel suo stile, repentinamente e minacciosamente, attraverso il canale preferito dal tycoon newyorkese, vale a dire Twitter.

Russiagate, Trump attacca ancora Comey

E il paradosso è che The Donald non ha risposto a McCabe, ma nei suoi tweet si è sempre rivolto a James Comey, che ha perso il suo posto di direttore del Federal Bureau of Intelligence proprio per iniziativa dell'inquilino della Casa Bianca.

Di fatto legittimandolo come principale interlocutore nella vicenda. Sul New York Times sono usciti degli articoli su una serie di cene che Trump avrebbe avuto con Comey. La conseguenza è stata che il presidente ha ufficialmente esortato l'ex capo dell'FBI a non fare dichiarazioni alla stampa in relazione alle loro conversazioni durante quegli incontri. Ma questo rafforza ancora di più la tesi, che circola anche in ambienti Fbi, del complotto contro Comey.

New York Tims: Trump voleva la lealtà di Comey

Il New York Times ha rivelato che, subito dopo l'elezione a presidente degli USA, Trump si voleva assicurare la lealtà di Comey. Quest'ultimo, però, gli rispose assicurando solamente la propria onesta'.

Questa, probabilmente, è la vera ragione del siluramento di martedì scorso. Anche la vice portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, è intervenuta a difesa del l'inquilino dello studio Ovale, affermando che Trump non ha bisogno di alcuna "fedeltà personale", ma solo di quella del popolo e della Patria. Per sostenere, probabilmente, la tesi che il tycoon aveva il sostegno degli agenti Fbi, era stata programmata una sua visita al quartiere generale dell'Fbi, al 935 di Pennsylvania Avenue.

Ma dopo i recenti sviluppi la visita è stata cancellata. Secondo indiscrezioni riportate dal Corriere della sera, la decisione è stata presa perché si è saputo che il presidente non avrebbe ricevuto una buona accoglienza dagli agenti del Bureau.

Trump accusa la stampa per il Russiagate

Trump ritiene, probabilmente, che parte della responsabilità per il polverone alzato dalle indagini di Comey sul Russiagate, cioè la possibile ingerenza russa nelle elezioni presidenziali dello scorso novembre, sia da attribuire alla stampa.

Ha infatti minacciato, sempre attraverso Twitter, di stare valutando l'ipotesi di annullare gli incontri quotidiani con la stampa e di passare a dare comunicazioni solo per iscritto. E questo per evitare ulteriori fraintendimenti. Come ricorda l'Huffington Post oggi, già a inizio anno l'amministrazione Trump aveva minacciato di limitare l'accesso agli incontri quotidiani con la stampa solo ad alcune testate giornalistiche.