Lo stop ai vitalizi parlamentari si avvicina. Ieri il ddl Richetti è stato approvato dalla commissione Affari costituzionali della Camera. Il testo verrà esaminato ed eventualmente approvato martedì prossimo, 30 maggio 2017, in Aula. Sta per arrivare una grossa novità, dunque, sul campo delle pensioni dei parlamentari. Tutti i vitalizi, anche quelli percepiti attualmente, verranno tagliati in favore di un sistema contributivo. Lo stabilisce la proposta di legge che ha come prima firma quella del dem Matteo Richetti. Il testo, in Commissione, ha subito lievi modifiche ed è stato approvato.

Pd e M5S: sostegno pieno al testo Richetti

I tanto discussi e vituperati vitalizi parlamentari stanno, pian piano, accingendosi a lasciare il passo al sistema contributivo. Il Pd e il M5S sostengono il testo Richetti, che martedì prossimo dovrà superare il vaglio dell'Aula. La novità più importante è la sostituzione dei vitalizi al sistema contributivo. In soldoni, le pensioni dei parlamentari verranno parificate, dal punto di vista del trattamento, a quelle dei dipendenti statali; inoltre verrà creata una gestione separata presso l'Inps. Così come avviene per gli impiegati pubblici, anche i parlamentari saranno assoggettati al sistema contributivo. Il testo stabilisce che la nuova normativa si applichi non solo a chi ricopre la carica di parlamentare ma anche a chi è stato deputato o senatore in passato e, per questo, percepisce il vitalizio.

Le disposizioni legislative, dunque, si applicano anche 'agli eletti cessati dal mandato precedentemente'.

Diritto alla pensione maturerà dopo mandato di 5 anni

Per maturare il diritto alla pensione, i parlamentari, in base al sistema contributivo, dovranno esercitare il mandato per almeno un lustro. L'assegno verrà erogato a 65 anni.

Ovviamente, i parlamentari non potranno percepire assegni superiori a quelli incassati all'entrata in vigore della legge. Sui vitalizi parlamentari sono state intavolate spesso vivaci discussioni. Molti italiani, ma anche a diversi politici, non accettano proprio che i parlamentari incassino, ogni mese, tali ingenti somme. Il M5S, ad esempio, ha spesso demonizzato le rendite parlamentari, esortando gli altri partiti al loro taglio.

Tempo fa, diventò protagonista di molte polemiche il vitalizio di Vittorio Sgarbi, noto critico d'arte. Questo confessò di percepire un vitalizio di novemila euro al mese e di esserne fiero. L'intellettuale italiano, dopo aver precisato che non vede praticamente nulla di quella somma, perché finisce nelle mani dei figli, invitò molti grillini a fare i parlamentari gratis.