La first lady scende dall'Air Force One indossando un sobrio e solenne vestito nero che dovrebbe strizzare l'occhiolino all'austera posizione femminile dei Paesi arabi, con tanto di faraonica cinta dorata in bella vista. Sarà perché il presidente americano Donald Trump, come sanno tutti, ha molto da farsi perdonare da quelle parti, sarà per rilanciare una propensione al dialogo e alla diplomazia che sembrava sotterrata da tempo, ma il discorso è delicato da vari punti di vista: uno, perché il tycoon, come recentemente dichiarato sul New York Times, è stato probabilmente "l'unico presidente americano ad aver denigrato a tal punto l'Islam", e, due, perché dovrà stare attento a non deludere quella parte di elettorato "islamofobica" che, da sempre, trova nelle linea dura di Trump il massimo delle aspirazioni in ambito diplomatico.

A Riad prima tappa per la stabilità

È atterrato questa mattina a Riad il presidente Trump e per le strade già si contano le bandiere americane. Lasciati dietro le spalle la vicenda impeachment ed il nuvolone nero del Russiagate, il tour di "The Donald" comincia proprio nei punti caldi del mondo, e (va sottolineato) in uno di quei Paesi dove il business di Trump va più forte che altrove: in fondo nessuno ha dimenticato la polemica scoppiata quando, appena insediatosi alla Casa Bianca, il presidente ha vietato l'ingresso negli States a ben sette Paesi musulmani, esclusa, appunto, l'Arabia Saudita. Ad attenderlo all'aeroporto, nella prima tappa del suo giro di otto giorni, tra Medio Oriente ed Europa, che vedrà per ultimo il G7 di Taormina, il benvenuto del re Salman.

L'accoglienza è stata ben più calorosa di quella offerta tempo addietro a Barack Obama: re Salman ha addirittura "infranto una delle regole islamiche" stringendo la mano di Melania, tanto per ricambiare la cortesia della visita. Dopodiché ha conferito a Trump la massima onorificenza del Regno, e, proprio come vecchi amici, un bel giro nell'auto blindata americana.

Il tutto suggellato da un tweet di sua maestà, il quale ha dichiarato: "Insieme porteremo stabilità".

Cosa si aspettano da Trump a Raid

Il discorso che terrà Trump davanti a re Salman ed a circa venti tra monarchi e capi di Stato del mondo islamico è già piuttosto noto, e riguarda appunto "una visione pacifica dell'Islam": un controsenso se si pensa che tra gli invitati saranno presenti anche leader sospettati di finanziare il tanto sbandierato terrorismo islamico, combattuto a spada tratta da Trump, il quale, a questo punto, dovrà probabilmente ingoiare il rospo e fare buon viso a cattivo gioco.

Sarà inoltre presente anche Sudan Omar el-Bechir, sul quale, oltre ad accuse di genocidio, pende il mandato di cattura delle Corte Penale Internazionale. Ma, invitati a parte, a Raid l'entusiasmo per la visita di Trump è palpabile ovunque: lo stesso ministro degli Esteri Adel al-Jubeir si è espresso con grande entusiasmo in merito, definendo una vera e propria "vittoria diplomatica" l'essere riusciti a convincere Trump a scegliere l'Arabia Saudita come prima tappa del suo tour. Va di pari passo, inoltre, l'accordo tra le due potenze in merito alla vendita da parte degli Usa di 110 miliardi di armi (cosa da non trascurare), nonché nuovi piani di Riad contro la lotta al terrorismo, che garantirà una collaborazione con gli Usa piuttosto palpabile grazie a nuovi sistemi antiterrorismo già in atto.