Che il M5S abbia subito una brutta battuta d’arresto dal punto di vista della strategia politica è innegabile. Le elezioni Amministrative dell’11 giugno scorso (ballottaggi previsti per il 25) non hanno regalato le stesse soddisfazioni di un anno fa, quando Virginia Raggi e Chiara Appendino si prendevano Roma e Torino. Da qui a parlare di inizio della fine del fenomeno M5S, però, ce ne passa. O, almeno, è questa parte dell’analisi che Beppe Grillo fa oggi sul suo blog. Secondo il leader pentastellato, infatti, non è vero che l’11 giugno 2017 ha rappresentato ‘l’11 settembre’ del Movimento.

Al contrario, il M5S è destinato a una “crescita lenta, ma inesorabile”, mentre il Pd di Matteo Renzi, secondo Grillo, ha nel suo futuro una altrettanto “lenta scomparsa”. Il comico genovese prova a motivare il suo giudizio con i numeri e, soprattutto, dà la colpa alle fake news pubblicate dai principali quotidiani che esultano per il presunto “fallimento del MoVimento 5 Stelle”.

Grillo contro le fake news dei ‘media di Regime’

“M5S sconfitto. Il centrodestra in ripresa sfida il Pd”, “Tensioni nel M5S, ‘chi ha deciso si faccia da parte’”, sono solo due dei titoli, e neanche i più duri, apparsi su corriere.it, il sito internet del quotidiano il Corriere della Sera. Ma ad andarci altrettanto pesante nella sua versione online è anche Repubblica con “Lo sfogo del senatore 5s: ‘Figli di p...’”, oppure con un apparentemente ben informato retroscena: “M5S, il ko riapre la faida interna e scatta il processo a Di Maio”.

Per non parlare dell’Huffington Post che apre con un ‘sobrio’ “Tornano le coalizioni e fanno male al M5S” e poi mette in risalto, col chiaro intento di gettare discordia tra le file pentastellate, lo sfogo di Max Bugani, definito “braccio destro di Grillo”, il quale a caldo si era lasciato scappare che “la regola del doppio mandato per noi è un freno”.

Ancora più duro, naturalmente, il titolo del berlusconiano Il Giornale (“Il Grillo perdente”), mentre La Stampa chiude questa carrellata con un perentorio: “Il flop dei grillini nei territori: “Non si può fare finta di nulla”.

‘Illudetevi che sia così per dormire sonni più tranquilli’

Rispetto a quanto appena letto, Beppe Grillo offre una versione completamente agli antipodi.

Intanto, il M5S si è presentato, senza stringere accordi o formare coalizioni, in ben 225 Comuni, più di tutte le altre forze politiche. E poi, rispetto al 2012, il numero di grillini arrivati al ballottaggio è triplicato. Gli altri partiti, invece, a cominciare dal Pd, hanno dovuto camuffarsi dietro la “foglia di fico” rappresentata dalle liste civiche che, infatti, hanno ottenuto buoni risultati. Senza questo gioco delle tre carte, sostiene Grillo, il partito di Renzi avrebbe faticato persino a fare eleggere “qualche consigliere comunale”.

Ma tutti i giornali, attacca a testa bassa il garante del Movimento, “gongolano esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle, sul ritorno del bipolarismo, sulla debacle del MoVimento, sulla fine dei Grillini”.

Una speranza, più che una ipotesi reale che, però, viene riproposta per l’ennesima volta nonostante i sondaggi e i risultati delle precedenti tornate elettorali (Europee del 2014 escluse). È il Pd, e non il M5S, ad essere destinato all’estinzione. Grillo ne è convinto e per questo ribadisce la ferma intenzione ad “andare avanti e non mollare mai”.