Molti di noi solitamente usano le emoticon per i propri post su Facebook, lo si fa per trasmettere un'emozione o uno stato d'animo. Oltre alle cosidette "faccine", Facebook ha introdotto anche le bandiere di quasi tutti i Paesi del mondo. Dalle più famose, come la bandiera a stelle e strisce degli Usa e il tricolore italiano, fino a quelle della Nuova Guinea o Trinidad e Tobago. Tra tutte le bandiere inserite però, ne mancherebbe una ed a a farcelo notare è stato Fiorello Lebbiati, candidato della lista "Sinistra per Tambellini" alle elezioni amministrative dell'11 giugno, un ragazzo di origine rom che qualcuno forse ricorderà perché ha partecipato in passato al programma "Anno Uno" sull'emittente La 7.

'Perchè Facebook non ha la bandiera dei rom?'

Lebbiati ha scritto addirittura una lettera al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Una sorta di "rimprovero" per non aver inserito, per l'appunto, la bandiera rom tra le emoticon. Secondo Lebbiati, questa grave dimenticanza da parte di Facebook, costituirebbe una specie di offesa per la comunità nomade, alla quale il celebre Social Network sembra non aver riconosciuto lo status di "minoranza etnico linguistica". Lebbiati prosegue con una descrizione del significato della bandiera rom, partendo della sua storia e dall'aspetto genealogico e territoriale (sottolineando che molti rom sono in Italia dal 1400), passando per lo sterminio nazista che colpì la comunità nomade, sottoponendola anche a terribili esperimenti, fino ad arrivare ai giorni nostri.

A detta di Lebbiati, infatti, i rom sarebbero 15 milioni nel mondo, frequentano le scuole, pagano le tasse e nella maggioranza dei Paesi europei "sono anche perfettamente integrati a livello sociale e lavorativo". Aggiunge inoltre che molti rom hanno l'account su Facebook e si sentono "offesi" da questa dimenticanza, molti di loro infatti sono molto attivi sui social: postano foto, taggano gli amici, raccontano attraverso il web le loro sensazioni ed emozioni.

La lettera si conclude con un accenno al "cyber bullismo". A quanto pare, stando alle parole di Lebbiati, questa dimenticanza da parte di Facebook è così grave da averlo spinto a scrivere direttamente a Mark Zuckerberg per chiedere delucidazioni. Un gesto, quello di Lebbiati, che sta già facendo discutere sia a livello politico che sui social. Attendiamo, se ci sarà, la risposta di Mark Zuckenberg.