Da sabato a martedì scorso (dal 24 al 27 giugno) i numeri dei migranti soccorsi nel Mediterraneo dalle navi della Marina italiana sono cresciuti in modo vertiginoso: in 4 giorni sono stati circa 10 mila gli sbarchi nei porti di Calabria, Sicilia e Sardegna. Cifre che pongono di nuovo in primo piano l'emergenza migranti e dividono la penisola: da un lato, coloro che continuano a salvare vite e, dall'altro, quanti (come il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta) invitano a fermare le navi e a destinarle verso altri porti stranieri. Finora l'Italia ha gestito la spinosa situazione praticamente in solitaria, ma forse le cose stanno cambiando.

Il Canada, dove ieri, 27 giugno, è volato il nostro Presidente Sergio Mattarella, per voce del Primo Ministro Justin Trudeau, si è detto disposto a sostenere la Politica italiana di accoglienza verso i profughi.

Mattarella e Trudeau uniti per l'ambiente e i migranti

Non è un caso che il Capo dello Stato italiano sia volato a Ottawa in questi giorni di piena crisi sul fronte migranti. Il Canada è una delle cinque mete principali dell'emigrazione dall'Italia: attualmente, gli italo-canadesi costituiscono l'8% della popolazione del paese nord-americano. Trudeau si è detto aperto alla prospettiva di accogliere una parte dei migranti che giungono in Italia. Una posizione in aperta controtendenza con quella del suo vicino statunitense Donald Trump, che appena insediato ha emanato il cosiddetto Muslim ban, vale a dire un bando dal suolo americano per cittadini di paesi musulmani considerati a rischio terrorismo.

Mattarella ha trovato un alleato nel leader canadese: "I nostri paesi sono espressione di modelli sociali aperti e di inclusione, nei quali solidarietà e accoglienza si traducono in azioni concrete verso i più vulnerabili" le parole del nostro presidente. Italia e Canada, ha proseguito Mattarella, sono interpreti di modelli in cui la "diversità è considerata un arricchimento culturale e sociale e non un motivo di separazione e isolamento".

Le parole di Mattarella per la Giornata mondiale del rifugiato

Ancora più incisive sono state le parole del Capo dello Stato in occasione della Giornata dedicata agli immigrati, pochi giorni fa (20 giugno). Rivolto agli italiani, li ha esortati a non essere indifferenti rispetto a un tema che, ben lungi dall'essere loro estraneo, li riguarda invece da vicino e, anzi, è ormai di fatto "un'emergenza globale" per la cui risoluzione tutti i paesi dovrebbero sentirsi coinvolti.

Il suo invito è stato quello di trovare misure "non emergenziali" per rispondere efficacemente alla crisi. "Servono scelte strategiche, lungimiranti e ben calibrate, volte a prevenire i conflitti, a stabilizzare le regioni più a rischio nel mondo e a ostacolare le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici" ha concluso l'inquilino del Quirinale.