Forse fu solo un colpo di caldo, oppure forse fu il tentativo disperato di recuperare consensi nell'area della sinistra nostalgica di un antifascismo ormai superato: quella frase non passò inascoltata e convinse il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Fabrizio Santori, a portare a processo ignazio marino davanti al giudice di Pace.

'La Destra nelle fogne', poi le scuse

Pensava di fare colpo sulla platea - poche decine di persone, tra simpatizzanti, militanti e organizzatori - de La Festa de L'Unità, ma quella frase sulla Destra che deve tornare nelle fogne non gli servì a rimanere sindaco della Capitale.

Tra l'altro, sembra che la città di Roma tentò di punire lo stesso Marino al termine della kermesse: una volta che si concluse il comizio, circondato dai giornalisti, il sindaco inciampò in una buca, una delle migliaia che non riuscì a riparare.

"L'ex sindaco - ha fatto sapere con soddisfazione Santori - ha chiesto scusa e ha staccato un assegno simbolico con la cifra di 200 euro". La somma verrà impiegata per sostenere una famiglia con un figlio disabile. Inoltre, Marino è stato costretto a sostenere le spese processuali. Le parole, come sottolineò magistralmente Nanni Moretti in 'Palombella rossa', sono molto importanti e quelle utilizzate da Marino che invitava a tornare nelle fogne alle persone di destra, scatenarono una reazione di rabbia in un'intera area politica e culturale.

La soddisfazione di Santori

“Finalmente- ha commentato Santori nel post sulla sua pagina Facebook - abbiamo reso giustizia a un’intera comunità di destra offesa nella sua dignità da parole inqualificabili che l’ex sindaco si è rimangiato”. Quella frase, infatti, richiamò i fantasmi di un passato nefasto, facendo riapparire lo scontro degli anni '70, caratterizzati dagli slogan come "Uccidere un fascista non è reato" troppo spesso accarezzato nella società civile e mai del tutto condannato dalla politica e dai mass media più importanti dell'epoca.

Molti ragazzi di Destra morirono proprio sotto i colpi di chiavi inglesi, di spranghe o di colpi di pistola accompagnati da quelle parole.

Lo slogan anti-Destra e le parole su Mafia Capitale

Tra gli slogan di quegli anni, poi, c'era pure "Fascisti carogne tornate nelle fogne": per questo molti cittadini di Destra, in quel giugno di due anni fa, rimasero scossi dalle parole pronunciate da Ignazio Marino.

Forse, ci sono voluti due anni affinché Marino comprendesse la gravità di un'affermazione lanciata solo per accattivarsi qualche militante antifascista, proprio mentre il suo gradimento tra i cittadini romani stava naufragando.

Ma gli stessi romani avevano capito come interpretare le parole di Marino: l'ex sindaco, con lo scoppio di Mafia Capitale, assicurò di non conoscere Salvatore Buzzi, lo zar delle cooperative rosse. E invece, si scoprì che il primo stipendio da sindaco, Marino volle devolverlo alla coop 29 Giugno, proprio quella di Buzzi. Le parole sono importanti: Marino lo ha finalmente capito. Ora la speranza è che nessun politico debba ricorrere a un frasario impolverato e pieno di violenza per accaparrarsi la simpatia di qualche militante.