La lettera inviata da Virginia Raggi al prefetto di Roma, di cui il sindaco della Capitale ha dato ieri notizia sulla sua pagina Facebook, sta scatenando un putiferio politico. Questa mattina il ministero dell’Interno, guidato dal ministro Marco Minniti (Pd) ha sbattuto la porta in faccia alla richiesta di moratoria sull’arrivo di altri rifugiati avanzata dal sindaco. Altro che blocco degli arrivi, a Roma secondo il Viminale ci sarebbe posto per almeno altri 2.000 migranti. Posizione che ha fatto andare su tutte le furie il numero due del M5S Luigi Di Maio che ha accusato Minniti di essere “fuori dal mondo”.

In questo quadro di tensione si inserisce l’intervento del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Deborah serracchiani che, sempre su Fb, pubblica un post in cui critica pesantemente quella che secondo lei è solo una mossa propagandistica dei grillini per distogliere l’attenzione dalla sconfitta nelle recenti elezioni amministrative.

Serracchiani contro Raggi: ‘Da San Francesco a Salvini’

Nel post scritto nel primo pomeriggio di mercoledì 14 giugno, l’ex vicesegretario del Pd, pubblica due ‘cinguettii’ della Raggi mettendoli a confronto. Nel primo, datato 9 dicembre 2016, il sindaco di Roma parla dei rifugiati come “fratelli e sorelle”, e di Roma città “accogliente”. Messaggio in netta contraddizione, almeno secondo il parere della renzianissima Serracchiani, con quello del 13 giugno 2017 che recita: “Roma è sottoposta a una forte pressione migratoria, così non si può andare avanti”.

Forte di quelle che ritiene le ‘prove’ della svolta a destra del M5S, Serracchiani scrive che la Raggi “a dicembre chiedeva 2800 migranti in più nel progetto SPRAR”, mentre adesso “si riscopre sceriffo” contro rom e migranti. Afferma con grave sprezzo della realtà che a Roma, in questo momento, ci sono meno dei 7250 rifugiati previsti (numeri ancora più bassi di quelli forniti dal Viminale).

Insomma, questa la sua tesi: “Il M5S è passato da San Francesco alla ruspa nello spazio di un post”.

La risposta della Raggi

Quasi contemporaneamente, il primo cittadino della Capitale emanava una nota in cui conferma, al contrario di quanto detto da Serracchiani, il “dovere morale dell’accoglienza dei più fragili” da parte del Campidoglio. Ma pretende allo stesso tempo “regole precise” allo scopo di evitare sacche di illegalità e fenomeni opachi come quelli visti in passato proprio qui a Roma (Mafia Capitale ndr)”.