A volte ritornano. Non stiamo parlando della celebre raccolta di racconti di Stephen King datata 1978, ma trattasi semplicemente di volti noti che magicamente si ripresentano, a cadenza quasi prefissata, come se fossero orologi svizzeri. Il loro obiettivo? Manco a dirlo, un "Ulivo 2.0".

Parliamo di alcuni protagonisti politici molisani, l'on. Danilo Leva ed il senatore Roberto Ruta, giusto per intenderci. Volti noti, dicevamo, che tornano prepotentemente alla ribalta dopo la "congiura bersaniana" del 25 febbraio, nel momento in cui c'è da unirsi contro il loro vecchio amico di bottega: il Presidente Frattura reo - a detta di questi ultimi - di "aver tradito gli elettori - queste le testuali parole dell'onorevole Leva - paventando arroganza ed autosufficienza".

Un attacco duro e diretto al cuore di quel partito politico che li ha portati all'onore delle sale romane e che ora, ridotto in un cumulo di macerie, barcolla e procede a stento.

Fare squadra contro i vecchi alleati - forse mai stati amici - riproponendo (è proprio il caso di dirlo) forse per un desiderio di innata nostalgia, oppure per una mancanza di idee concrete, un Ulivo 2.0, è stato il leitmotiv dell'incontro tenutosi nella mattinata del 23 giugno presso il caffè letterario "Livre" di Campobasso. La mazzata più pesante arriva, nemmeno a farlo apposta, sulla questione sanità, argomento caldo, anzi caldissimo dalle parti di Via Genova. Dopo la volgare "manovrina" messa in atto dalla giunta Frattura, mossa che ha letteralmente bloccato la questione del piano sanitario, ripartire dalla sanità pubblica era un atto dovuto, anzi scontato per chiunque volesse porsi come una valida alternativa al presente.

Apprezzabile, infatti, resta proprio questo punto d'aggregazione, ma difficilmente plausibile (è la storia ad insegnarcelo) resta un ritorno a quei valori che, tra il 1995 ed il 2007, hanno cercato di mettere insieme le diverse sigle della sinistra italiana. Al di là dei contenuti del dibattito di ieri, la situazione appare chiara.

La campagna elettorale per le regionali del 2018 è ufficialmente iniziata.

Siamo ancora agli albori di una competizione che si preannuncia a dir poco scoppiettante: i protagonisti non sono ancora ben definiti, ma vanno palesandosi con il passare del tempo: un governatore uscente che pare sconfitto in partenza, pezzi di una sinistra delusa che provano a venir fuori, ed infine il vecchio lupo Iorio che non è mai effettivamente morto.

Movimento Cinque Stelle a parte - che in regione si sta muovendo ed anche bene - le novità all'orizzonte sono ben poche e, se le premesse sono queste, non resta che aspettare un seguito molto interessante.