Nella puntata di questo venerdì 21 luglio di "In onda" su La7 è intervenuto Silvio Berlusconi, che è stato intervistato dai conduttori Telese e Parenzio, su numerosi aspetti di attualità politica. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.

Berlusconi: 'Col PD siamo completamente diversi; i 5 stelle sono più pericolosi dei comunisti'

Silvio Berlusconi ha esordito dicendo: "Il centrodestra vince quando è unito e perde quando è diviso. Se c'è qualcuno che è convinto che serve l'unità del centrodestra e dei moderati questo sono io. Chiarisco che Forza Italia non accoglierà nessuno di coloro che ci hanno lasciati per andare a sostenere il Governo della sinistra, poi se questi transfughi decidono di tornare nel centrodestra formando un loro nuovo movimento o aggregandosi a qualcuno esistente è un bene, perché più il centrodestra è vasto e meglio è: ciò ci consentirà di vincere le prossime elezioni.

Io non ho sentito l'ex ministro Enrico Costa, so che ha parlato con alcuni dei miei per spiegare i motivi della sua scelta".

Sui rapporti con il PD Berlusconi ha detto: "Il Nazzareno è morto da molto tempo, non per colpa nostra. Esso non era un'alleanza ma un accordo su legge elettorale e riforma costituzionale. Ma per molte volte gli accordi non furono rispettati e la crisi culminò con l'elezione del Capo dello Stato. Noi e il PD siamo completamente diversi, per la storia, per i principi, i valori e i programmi. Noi dobbiamo restare come punto centrale del centrodestra e siccome i moderati sono la maggioranza del Paese, se sapremo convincerli a tornare a votare noi avremmo la sicurezza di vincere le elezioni.

Così potremmo completare quello che abbiamo fatto nei nostri anni di Governo".

Poi ha proseguito: "Se oggi non ci sono partiti comunisti in Parlamento un po' di merito va anche alla mia scelta di scendere in campo nel '94. Adesso però il pericolo principale non sono più i comunisti, ma invece coloro che sono entrati in politica senza arte né parte, da pauperisti e giustizialisti, e vengono votati dai cittadini in stato di povertà che incolpano le classi dirigenti della propria condizione disgraziata: stiamo parlando dei 5 Stelle".

E sempre parlando dei membri del M5S ha poi aggiunto: "L'86% di loro non ha mai presentato una dichiarazione dei redditi e se dovessero andare a casa si troverebbero senza lavoro. Sono nullafacenti e nullatenenti che li costringe ad accettare tutte le proposte dei vertici del loro movimento".

Tornando sulle motivazioni originarie della propria scelta di fare politica, Berlusconi ha ricordato: "Nel 1994 c'era evidente un pericolo perché i 5 partiti principali che avevano governato garantendo la governabilità furono allontanati da Mani Pulite e non ebbero la possibilità di ripresentarsi alle elezioni.

Quindi vi era il rischio che i comunisti andassero al governo.Prima provai a mettere insieme protagonisti della politica come Fini e la Lega, ma poi vedendo le difficoltà scelsi di scendere in campo in prima persona sfruttando la mia popolarità di imprenditore di successo e di presidente del Milan".

'Forza Italia va verso un grande cambiamento, con tante persone che non hanno mai fatto politica'

Commentando i più recenti sondaggi elettorali Berlusconi ha detto: "Mi risulta che Forza Italia sia al 14,8% mentre la mia popolarità personale è attorno al 26%. Questa differenza è dovuta al fatto che c'è una Forza Italia su cui si sono fatte molte chiacchiere, qualche volta abbiamo dei rappresentanti in Tv che magari non suscitano l'entusiasmo degli spettatori e quindi credo che Forza Italia vada ampiamente rinnovata.

Per questo intendo presentare agli elettori una Forza Italia molto ma molto nuova, con persone nuove. I vecchi dirigenti resteranno se credono nel progetto di un partito che va verso un enorme cambiamento. Oggi gli elettori chiedono che nella politica scendano i campo i protagonisti delle imprese, delle professioni, della cultura e del volontariato: cioè persone che non hanno mai fatto politica e che non vivono dell'indennità della politica, ma che hanno dimostrato di saperci fare nella vita e nel lavoro".

Berlusconi ha infine sconsigliato alla figlia Marina di entrare in politica ed escluso che il figlio Piersilvio possa acquistare la squadra di calcio del Genoa.