Matteo Renzi si trova al bivio di una situazione molto delicata per lui e il Partito Democratico: i sondaggi sono sempre più deludenti e vedono un partito isolato che non ha la possibilità di allearsi con nessun'altra forza politica dopo aver rotto i rapporti alla propria destra, con Alternativa Popolare che non ha digerito la proposta di riforma elettorale con soglia di sbarramento al 5% e i duri attacchi dell'ex sindaco di Firenze nei confronti del leader Alfano, e alla propria sinistra, con un Articolo 1 - Movimento Democratici Progressisti e Sinistra Italiana in chiaro conflitto con l'establishment renziana.

I problemi non sembrano essere soltanto quelli esterni ma sembrano allargarsi anche all'interno con diverse correnti che non sembrano apprezzare l'isolazionismo politico scelto da Renzi. Le amministrative sono risultate un ottimo pretesto perciò per attaccare e lanciare frecciatine al segretario nazionale del Pd con Franceschini primo critico attraverso i mezzi social tanto cari al politico toscano.

Un momento di difficoltà che causa grave imbarazzo all'ex Presidente del Consiglio che dovrà rilanciare la propria azione politica con proposte concrete che arrivino al cuore degli italiani. La coalizione di centro-destra e il Movimento 5 Stelle vengono dati nei sondaggi ben al di sopra del Partito Democratico che rischia di passare dal 41% delle europee del 2015 ad un esiguo risultato alle politiche che si terranno nel 2018.

Arrivare terzi ad una sfida elettorale così importante rappresenterebbe la fine dell'era renziana durata davvero poco se confrontata con la presenza politica di Silvio Berlusconi che continua a mietere consensi ed essere il perno centrale della coalizione di centro-destra.

Le "nuove" posizioni di Renzi

L'ambizione di Matteo Renzi di tornare a Palazzo Chigi non è nascosta e trapela dalla volontà di realizzare un tour in treno nell'autunno del 2017.

Il segretario PD dovrà cambiare però le proprie posizioni per far tornare il partito da lui capitanato almeno al 30-32%. I primi segnali sono chiari e si notano con prese di posizione che possiamo definire "populiste" o per lo meno molto vicine alle idee di Matteo Salvini sugli immigrati e di Forza Italia sul tema del deficit.

Questo cambio di posizione potrebbe però rappresentare un'arma a doppio taglio in quanto l'ex sindaco di Firenze deve fare i conti con un target elettorale molto diverso rispetto agli elettori del centro-destra. Prendendo queste posizioni, Renzi rischia di rivolgersi ad un elettorato che ha già trovato il proprio riferimento politico e di scontentare gli elettori attuali del PD che hanno posizioni più aperte e flessibili sulla questione immigrati e sul rispetto dei patti con l'Unione Europea.