In controtendenza rispetto alle stime di altri istituti di ricerca, i sondaggi settimanali Swg del 7 luglio rilevano un calo della Lega Nord, unico in ribasso tra i partiti principali. La formazione guidata da Matteo Salvini avrebbe perso lo 0,6%, passando così dal 15% all’attuale 14,4%. Ciò nonostante non indietreggia il centrodestra perché guadagna lo 0,8% Forza Italia, che sale al 13,8 e in termini di coalizioni la situazione resta pressochè immutata.

Il Pd è sempre primo davanti al M5S con uno scarto di 2 punti e mezzo percentuali, ma il mutamento più rilevante dai dati Swg è il rilancio di tutti i partiti prevalenti del sistema, e allora andiamo a vederli nel dettaglio questi dati.

Centrodestra, la Lega scende ma Forza Italia compensa

Nell’area di governo il Partito Democratico sale dello 0,2% e arriva al 28,7%. Anche se solo di un decimo torna a crescere anche Alternativa Popolare di Angelino Alfano che si porta al 3,2%. Già detto del balzo in avanti di Forza Italia e della flessione della Lega Nord, nell’area di centrodestra guadagna punti percentuali anche Fratelli d’Italia, che nelle intenzioni di voto passa dal precedente 4,1% all’odierno 4,3%.

Prende lo 0,3% il Movimento 5 Stelle, attestandosi questa settimana al 26,2%. Per quello che riguarda invece l’area di sinistra, restano invariati i valori percentuali sia del Movimento Democratico e Progressista (al 3,8%) che di Sinistra Italiana, quest’ultima comunque in lieve crescita (dal 2,5% al 2,6%).

Chi perde invece ancora consensi secondo Swg sono tutte quelle forze minori già non oltre l’1%, come Rifondazione Comunista (all’1%), Verdi (0,5%) e Italia dei Valori (0,5%).

Se si votasse oggi

Con questi dati e il ‘Consultellum’ (derivante da due sentenze della Corte costituzionale) come sistema elettorale, le cui soglie di sbarramento sono pari al 3% alla Camera e all’8% al Senato, senza alleanze, per altro allo stato delle cose molti difficili, oggi tutti i partiti maggiori perderebbero seggi, ma in Parlamento entrerebbero esclusivamente gli stessi: PD, M5S, Lega Nord, Forza Italia, MDP e Alternativa Popolare.

Ultimo dato significativo da segnalare tra quelli emersi dalla ricerca settimanale dell’Istituto triestino è il calo consistente della percentuale dei potenziali astenuti, passata dal 41% nelle intenzioni di voto del 29 giugno al 41% attuale. Mentre il calendario del possibile ritorno alle urne sembra ormai essere quello della prossima primavera, ovvero al termine naturale dell’attuale legislatura.