Il 9 agosto 1945 gli Stati Uniti facevano scoppiare la seconda bomba nucleare a Nagasaki dopo che, solo tre giorni prima, era stato sganciato un ordigno simile (ma di concezione diversa) sulla città di Hiroshima.

Ci si chiede spesso perché Washington abbia deciso di colpire una nazione già distrutta militarmente ed economicamente per ben due volte nel giro di pochi giorni, pur sapendo che Tokyo aveva iniziato a sondare il campo per vedere se c'era uno spiraglio per avviare le trattative di pace con gli Alleati.

La giustificazione ufficiale

Il motivo ufficiale da sempre addotto dai militari statunitensi è che il lancio delle due bombe avrebbe salvato centinaia di migliaia, se non milioni di vite, sia dall'una che dall'altra parte.

La continuazione della guerra e la determinazione dei soldati giapponesi aveva spaventato il comando militare Alleato, già stremato in Asia dalle devastanti battaglie sia di terra che di mare, a cui era stato sottoposto.

Il motivo politico

Un motivo più politico e strategico, che comunque non esclude il primo, sarebbe invece da ricercarsi nella prova di forza che gli Stati Uniti volevano dimostrare all'Unione Sovietica alla vigilia della fine del conflitto. La Bomba atomica di Hiroshima avrebbe avuto lo scopo di avvertire Stalin che i suoi eserciti avrebbero incontrato una superiorità tecnica micidiale nel caso si fossero inseriti nella conquista dell'Asia; la seconda bomba, quella di Nagasaki, sarebbe stata un ulteriore ammonimento per ricordare che gli Stati Uniti non avrebbero concesso alcuno sconto.

Non è forse un caso che l'8 agosto, proprio il giorno prima del bombardamento di Nagasaki, Mosca, prevedendo una resa giapponese, aveva dichiarato guerra all'impero. Fermare l'avanzata sovietica ed impedire che i comunisti prendessero il potere a Tokyo, dopo che avevano già conquistato Berlino, era diventata una delle priorità della Casa Bianca.

Il motivo scientifico

Una terza causa della bomba di Nagasaki, quella che più viene accreditata come valida, è che gli scienziati e i militari avevano un’occasione unica per testare sul campo gli effetti delle loro scoperte. Nei laboratori di Los Alamos si erano messe a punto più tecniche inerenti agli ordigni nucleari ed alla fine gli sforzi delle ricerche si erano concentrati su due teorie: una detonazione che si avvaleva della fissione di plutonio e una seconda che prevedeva, come materiale fissile, l’uranio.

Il Trinity test, effettuato il 16 luglio 1945 nei pressi di Alamogordo, nel Nuovo Messico, aveva utilizzato una bomba al plutonio basata sullo stesso principio di quella utilizzata per il bombardamento della città di Nagasaki. In questo senso, dunque, fu la bomba di Hiroshima, che utilizzava uranio arricchito, a rappresentare un vero e proprio primo esperimento a cielo aperto, mentre a Nagasaki si trattò essenzialmente di una conferma degli effetti che si erano già visti ad Alamogordo.

Paradossalmente Nagasaki era una delle città più ostili al militarismo giapponese e, quindi, anche al governo, ospitando una nutrita comunità cattolica favorevole all’apertura verso l’Occidente e un forte gruppo di socialisti e comunisti e non sono in pochi coloro che ritengono che i due lanci nucleari siano il completamento del Progetto Manhattan; in questo senso Hiroshima e Nagasaki sarebbero stati dei tragici laboratori umani.