Il Codice di comportamento in mare delle Ong, fortemente voluto dal ministro dell’Interno Marco minniti, sta di fatto spaccando il governo Gentiloni tra fautori della linea dura contro la presunta invasione di migranti e un gruppo di potere, di estrazione cattolica o ex comunista, che spinge in favore dell’accoglienza dei profughi senza le limitazioni imposte dal titolare del Viminale. Il primo iniziatore della fronda anti-Minniti è stato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, di estrazione cattolica e ispirato, pare (così ricostruisce i fatti Federico Geremicca su La Stampa), da Matteo Renzi in persona, preoccupato dalla popolarità crescente dell’ex ‘lothar’ dalemiano.

Ma schierati con diverse gradazioni contro il Codice Minniti sono anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, quello della Difesa Roberta Pinotti, il ministro del Lavro Giuliano Poletti, il titolare dei Rapporti con il parlamento Anna Finocchiaro, il viceministro con delega alla Cooperazione Mario Giro e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.

L’intervento di Delrio e le paure di Renzi

Lo scontro tra Delrio e Minniti sul Codice di comportamento delle Ong? Tutto frutto della volontà di Matteo Renzi di tarpare le ali ad un ministro ritenuto un pericoloso avversario politico. È questa la tesi esposta, tra gli altri, da Federico Geremicca su La Stampa. Secondo il giornalista, il segretario Dem teme di fare la stessa fine di Walter Veltroni nel 2009, quando l’allora titolare del Nazareno fu costretto a dimettersi dopo la sconfitta nelle elezioni regionale sarde.

Per Renzi, invece, si prospetta una debacle in Sicilia nel prossimo autunno. E Minniti potrebbe essere il nome giusto da proporre in sua vece come candidato premier del Pd.

Le posizioni di Orlando e Pinotti

Fantapolitica? Non sembrerebbe poi tanto, visto che il Guardasigilli Andrea Orlando, già Giovane Comunista, si è più volte espresso pubblicamente (ultimamente nello studio tv di La7 durante la trasmissione In Onda) in favore dell’accoglienza in mare, negando persino la presunta emergenza e l’invasione di migranti.

Anche secondo Roberta Pinotti, proveniente dal mondo dello scoutismo come Renzi e intervistata dal quotidiano cattolico Avvenire, “gli immigrati sono una ricchezza per le nostre comunità” e non è vero che rubano il lavoro agli italiani.

Finocchiaro e il mondo delle Coop di Poletti

Parla di “maggiore integrazione dei migranti” e “loro partecipazione alla vita delle comunità locali” per favorire la sicurezza e la pace sociale la titolare del ministero senza portafoglio dei Rapporti col parlamento, Anna Finocchiaro, anche lei ex comunista del Pci.

Non poteva che essere favorevole all’accoglienza massiva di migranti il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ex presidente nazionale di Lega Coop dal 2002 al 2014. Le cooperative, infatti, vengono ben remunerate dallo Stato per il servizio di accoglienza ai migranti. Anche secondo Poletti “l’immigrazione è una risorsa”.

Le dichiarazioni di Giro e Boschi

Il viceministro con delega alla Cooperazione, Mario Giro, legato alla Comunità di Sant’Egidio di Andrea Riccardi, giustifica il cosiddetto “estremismo umanitario” di alcune Ong perché, a suo modo di vedere, salvare vite umane in mare è la cosa più importante. Anche Maria Elena Boschi si iscrive di diritto nel fronte ‘umanitario’ del governo Gentiloni con la pubblicazione del seguente tweet: “Essere contro una società multietnica è come vivere in Alaska ed essere contro la neve”. Peccato che, come fa notare Alfredo Arduino su La Verità, sia una frase rubata al famoso scrittore William Faulkner.