In occasione della Festa de L'Unità di Certaldo (Firenze), questo martedì 8 agosto è intervenuto il ministro degli Interni ed esponente del Pd, Marco Minniti, il quale si è soffermato sul tema dell'immigrazione particolarmente caldo in questi giorni. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.

'L'accoglienza ha un limite oggettivo nella capacità di integrazione; ecco com'è nato il codice per le ONG'

Il ministro Minniti è stato innanzitutto interpellato sulla frase "non abbiamo il dovere morale di accoglierli" scritta da Matteo Renzi nel suo libro, rispondendo: "Il tema di cui parliamo è cruciale in una democrazia e affronta un pezzo della storia del mondo, essendo una questione epocale.

Io sono convinto che abbiamo a che fare con un fenomeno che ci accompagnerà per molti anni nel futuro: penso che Renzi voglia dire che una democrazia come la nostra non si limita a inseguirlo o subirlo, ma a governarlo. Gran parte della partita si gioca in Africa, e su questo Renzi ha ragione, perché l'Africa è lo specchio dell'Europa e non solo dell'Italia. Perciò serve una strategia verso l'Africa: occorre affrontare il tema dell'economia, del lavoro, della democrazia e delle risorse energetiche che quel territorio ha, e lo spinga a usarle per l'intera popolazione e non invece per le élite. L'idea di aiutarli a crescere nel loro continente è giusta".

Poi Minniti ha aggiunto: "L'Italia si è presentata al mondo come un paese che è in grado di accogliere e che ha dato una lezione etica e morale a tutto il pianeta, cosa che ci è stata ampiamente riconosciuta.

Ma oggi possiamo parlare solo di accoglienza o dobbiamo aggiungere che le politiche di accoglienza hanno un limite oggettivo della capacità di integrazione? Una società che accoglie e che non sa integrare significa che non è attenta al suo presente e al suo futuro. Io non credo che ci sia correlazione fra immigrazione e terrorismo: chi lo dice è un cattivo maestro.

Tuttavia se guardo a quanto avvenuto in giro per l'Europa c'è invece un nesso fra terrorismo e mancata integrazione: quelli che hanno fatto attentati nelle città europei sono figli di una mancata integrazione. Dobbiamo quindi stabilire che l'accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione".

Marco Minniti ha poi proseguito parlando concretamente del modello di accoglienza: "Ricordo che il mio decreto ha chiuso i CIE.

Adesso discuteremo con le Regioni e gli enti locali per le aperture dei CPR, con la massima cooperazione con tutti: i sindaci sono per noi interlocutori importanti e attraverso un'alleanza con loro è possibile fare un'accoglienza diffusa sul territorio. Anche perché i piccoli numeri favoriscono l'integrazione". Prima di aggiungere che "a fine giugno in 36 ore l'Italia ha visto arrivare 13.000 migranti, eppure ce la siamo cavata splendidamente, non è successo nulla di particolare nonostante le difficoltà. Ma in quel momento è risultato evidente che occorreva governare i flussi perché altrimenti avremmo rischiato la rottura del tessuto sociale del nostro paese. Così abbiamo fatto ciò che era in cantiere da gennaio: il 97% dei migranti arrivati nel 2017 proveniva dalla Libia e quindi era evidente che era con quel governo che occorreva fare un accordo.

Inoltre il 40% di loro è arrivato con navi delle ONG, una cifra importante, e io come ministro ho sentito l'obbligo di tenere insieme il principio del salvataggio delle vite in mare con quello di garantire la sicurezza dei cittadini italiani. Nello specifico trattandosi di navi private ho chiesto che fosse firmato un codice di comportamento, ma questa cosa non è una mia invenzione: c'è stata una commissione d'indagine parlamentare sul tema ed essa all'unanimità ha chiesto che si facesse un codice. E' stata l'unica volta nella legislatura che il Parlamento ha votato all'unanimità: tutti i partiti hanno chiesto un codice per le ONG e il Governo naturalmente ha operato in tal senso. Questo stesso codice l'ho portato a Tallin alla riunione dei ministri degli Interni dell'UE e tutti hanno dato l'ok, anche dopo averlo discusso con le ONG a livello internazionale.

Su 8 organizzazioni che operano nel Mediterraneo 4 lo hanno firmato, una è momentaneamente impedita perché l'autorità giudiziaria ne ha sequestrato la nave per rapporti diretti con gli scafisti. Io credo che la responsabilità è individuale e che la generalità delle ONG stia facendo un lavoro straordinario, ma è proprio per questo che serve un codice che le tuteli. Nel Governo non c'è nessuna divisione e anche con Delrio i rapporti sono eccellenti".

'Ecco cosa deve fare la sinistra oggi per battere i populismi'

Poi Minniti è passato sulla Politica in senso stretto facendo alcune rivelazioni personali: "Sono un convinto democratico e penso che la scelta di creare il PD sia una delle cose più giuste che potessimo fare, se non lo avessimo fatto proporrei oggi di costruirlo, come sintesi fra diverse culture politiche.

Io in particolare vengo dal PCI ed ero comunista nella Calabria degli anni '70, dove il MSI prendeva oltre il 40%. Nel giugno del 1980 ero responsabile di zona a Gioia Tauro, dove si combatteva davvero la Ndrangheta, la quale uccise un giovane comunista mio caro amico, Giuseppe Valerioti. Dopo che lo hanno ammazzato, alle 3 di notte sono andato a casa della famiglia per dirgli che la Ndrangheta gli aveva ammazzato il figlio. Questa cosa non l'ho mai raccontata a nessuno. E' chiaro cosa vuol dire per me essere di sinistra? E' chiara la mia storia? Oggi non mi sento in contraddizione con quegli ideali, ma anzi mi sento impegnato ancor di più su quegli ideali. Naturalmente so che la storia è cambiata.

Noi a Reggio Calabria eravamo tutti per Pietro Ingrao e ricordo che discutemmo a lungo quando lui disse di fare i conti con il "vivente non umano". Ecco io penso che oggi il compito moderno della sinistra sia quello di affrontare il tema della paura. La paura è un sentimento profondo che è dentro la pancia di ciascuno di noi. La sinistra di fronte alle paura della gente non la biasima, ma la ascolta e l'aiuta a superare le paure, cosa fondamentale in democrazia. Mentre i populisti stanno vicino alla gente che ha paura ma per tenerla incatenata alla paura stessa. Ecco, questo è il punto che tiene connessa la mia storia personale con il presente. Una democrazia impaurita è più debole e fragile, liberare la democrazia dalla paura è un compito storico che tocca alla sinistra.

Se non lo fa il PD chi lo deve fare?".

'Prima riduciamo o cancelliamo i flussi illegali di migranti, poi faremo corridoi umanitari e flussi legali'

Tornando sul tema immigrazione, Minniti ha ricordato che: "Il problema è che noi abbiamo di fronte la sfida di riuscire a governare i flussi migratori, lo scorso anno sono arrivate 181.000 persone, quest'anno 95.000 in sette mesi; tutto questo è frutto di flussi illegali di immigrazione gestiti dai trafficanti. Se oggi diciamo agli italiani che oltre a questi oltre 270.000 migranti intendiamo far entrare altre 180.000 persone legalmente, temo che qualcuno chiamerà il 118 e mi ricovereranno. Il punto oggi è riuscire a dimostrare agli italiani che sappiamo governare i flussi illegali: se io come governo li riduco o li cancello, allora poi posso fare la proposta di fare corridoi umanitari e flussi legali stabiliti per legge.

Ma appunto serve una concatenazione temporale. Per evitare di consegnare il paese ai populisti occorre dimostrare di sapere sconfiggere l'illegalità e i trafficanti di esseri umani. Io ho le idee molto chiare e credo che l'Italia possa vincere questa sfida nonostante sia difficile. Avrebbe detto Ingrao, di cui ero uno che pendeva dalle sue labbra, che questa è una partita 'da far tremare le vene nei polsi'. Ma se ce la faremo diventeremo un punto di riferimento internazionale".

Infine Minniti ha detto: "Io non stacco mai un minuto di pensare a tutte queste cose, vi garantisco che posso sbagliare ma se lo faccio non è perché sottovaluto la questione che ho davanti, ma al limite è perché la comprendo male, come è umano che sia.

Quando si devono prendere decisioni importanti ci si può sentire soli, ma io so di non esserlo perché quando esco dal Viminale posso prendere e venire a una Festa de L'Unità a parlare con tanta gente che ha a cuore il futuro dell'Italia".