Nella puntata di questo martedì 12 settembre di "Cartabianca" su Rai3 è intervenuto come ospite il noto scrittore Andrea Camilleri, il quale rispondendo alle domande della conduttrice Bianca Berlinguer, si è soffermato anche su diversi temi politici.

Camilleri: 'La politica è finita con la scomparsa di Moro e Berlinguer, oggi non ci sono politici di quel livello'

Riguardo alla figura di Silvio Berlusconi e più in generale sulla fase Politica, Camilleri ha detto: "Non ho mai invidiato Berlusconi. Se oggi sta avendo una risurrezione politica è grazie al demerito degli altri.

Credo che oggi per commentare questo sistema politico dovremmo smettere di usare la parola 'politica'. Forse io sono stato abituato male perché quando ero giovane gli uomini politici si chiamavano De Gasperi, Togliatti, Parri, Sforza, Nenni e Pertini. I quali sembrano nomi preistorici rispetto all'altezza minima dei politici di oggi. Sono molto intristito perché io ho un'idea altissima della politica, ma essa in Italia ha iniziato a finire con la scomparsa di Aldo Moro e di Berlinguer: oggi non abbiamo persone di quel livello".

Alla domanda se oggi vi sia qualche leader italiano che gli provoca emozioni, Camilleri ha risposto: "Io da comunista e da uomo di sinistra avevo un po' di speranza che anche in Italia ci fosse una sorta di Tsipras, ovvero un'individuo di prendere tutte le varie frazioni della sinistra e metterle insieme, ma purtroppo mi illudevo e non è andata così".

Andrea Camilleri racconta come da giovane fascista diventò comunista

Ma Camilleri ha anche raccontato particolari del passato della propria famiglia: "Mio padre provò a partecipare alla Marcia su Roma, essa si svolse in treno e quindi mio padre partì dalla Sicilia ma per una serie di circostanze si fermò a Napoli. Quindi non arrivò mai a Roma.

In molti altri si fermarono prima". Subito dopo il noto scrittore ha raccontato la radicale metamorfosi politica che ha subito in gioventù: "Ero fascista, ma subii una prima crisi nel 1942 quando andai a Firenze al convegno internazionale della gioventù fascista. Il tema era 'L'Europa di domani' e parlò Baldur Von Schirach che era il capo della Hitler-Jugend e man a mano che lui parlava mi venivano dei sudori freddi.

L'Europa che avevano in mente era un casermone grigio, con tutti in divisa a leggere un unico libro: il Mein Kampf di Hitler, una cosa terrorizzante. Cominciai a temere che vincessimo la guerra. Poi poco tempo dopo, mentre avevo questi grossi dubbi, mi capitò di leggere il libro La condizione umana dove si parlava di comunisti e scoprii che, al contrario di ciò che mi veniva detto, anche loro erano gente come gli altri, con ideali, amori e patria. E io inconsciamente mi ritrovai a essere comunista, era il modo per mettere ordine alle idee di giustizia che avevo fin da bambino. Mi iscrissi al PCI immediatamente dopo la Liberazione della Sicilia e ovviamente mio padre non la prese bene". E alla domanda se ancora oggi si senta comunista Camilleri ha detto: "Sì, lo sono sempre, credo di essere un dinosauro a riguardo.

Bisogna intendersi, io sono sempre stato un comunista all'italiana, cosa che significa molte cose".

Riguardo alla sinistra di oggi ha detto: "Nessuno vuole rinunciare a una sorta di leadership. Un partito è formato da tante idee diverse. Quando c'era il PCI con il centralismo democratico, vi erano Togliatti, Amendola e Ingrao che avevano fra loro idee diverse, ma coesistevano e poi ci si piegava alle idee della maggioranza. Invece oggi a sinistra accade che difficilmente ci si piega alle idee di maggioranza e ognuno vuol essere leader di sé stesso".

'No a Europa che alza muri, basta respingimenti e alla mancanza di pietà per chi soffre'

Parlando del tema dei migranti, infine Camilleri ha detto: "I miei avversari oggi sono sparsi in tutta quell'Europa del cavolo che alza muri, che mette reticolati, che minaccia carri armati al Brennero: tutti quelli che non capiscono che ci troviamo di fronte a un cambiamento secolare della nostra storia.

Continuare coi respingimenti, con il non accogliere e con la mancanza di pietà umana verso chi soffre, mi fa repellere questa Europa: non tutta ovviamente. La politica del Governo italiano a riguardo dell'accoglienza è invece buona".

Camilleri ha invece preferito non rispondere a domande riguardanti le imminenti elezioni regionali in Sicilia, affermando di non conoscere i vari candidati, e riguardo al PD di Matteo Renzi, su cui ha ironicamente detto "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere".