Stamattina nel centro di Roma, presso il Palazzetto delle Carte Geografiche, si è svolta la conferenza “ceta: trattato di libero scambio commerciale o limitazione della sovranità nazionale?”, organizzata da Stefano Conti, Segretario Generale Ugl Telecomunicazioni. Erano presenti, oltre ai vari dirigenti del sindacato, il Prof. Borghi, il giornalista Antonio Rapisarda, il saggista Guido Rossi, e Jorge Garrido San Roman, Presidente della Union Nacional de Trabajadores.

Le dure parole dei sindacalisti

Conti ha aperto la conferenza lanciando una dura accusa ai governi europei dichiarando: “Il ‘ce lo chiede l’Europa’ è un cliché: i singoli governi europei sono coloro che devono ratificare o meno il CETA e si stanno rendendo complici della svendita della sovranità nazionale” – e ancora – “Inoltre nel trattato si trovano riferimenti ad accordi sulla sostenibilità sociale ed ambientale, ma non si legge nessuna informazione specifica al riguardo.

E’ inaccettabile questa incognita, soprattutto sapendo che il Canada non ha ratificato la convenzione 098 dell’ILO (l’agenzia dell’ONU che promuove il lavoro dignitoso), riconosciuta invece dall’Unione Europea, che sancisce il diritto dei lavoratori alla contrattazione collettiva delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro.”

Ha preso la parola anche il sindacalista nazionale spagnolo Garrido San Roman che ha parlato del CETA come uno dei “trattati di libero scambio necessari al sistema economico capitalista dominato dalle multinazionali per cui è vitale un continuo abbattimento delle frontiere commerciali per allargare il mercato a danno delle nazioni, della loro sovranità e dei loro lavoratori.”

Secondo Luca Malcotti, Segretario Nazionale UGL Terziario, dopo l’elezione di Trump “l’economia statunitense ha subito una maggior chiusura ma le multinazionali americane mirano comunque ad allargarsi al mercato europeo con il CETA, grazie alla triangolazione Usa-Canada-Europa.

Con questo meccanismo gli unici a rimetterci saranno sia i lavoratori europei che quelli d’oltreoceano.”

La critica dell’economista della Lega

Il Prof. Borghi, Responsabile Economico della Lega Nord, nel suo intervento ha speso parole critiche sui trattati di libero scambio perché “consistono nell’abbattimento di ogni restrizione e tutela commerciale tra due mercati, si potrebbe pensare che entrambi possano guadagnare qualcosa da questi accordi, ma a rimetterci è sempre il più debole.

L’elemento debole nel caso del CETA è l’Europa e maggiori importazioni estere colpirebbero il commercio interno che si troverebbe a contrastare una concorrenza enormemente superiore, si creerebbe disoccupazione, e i disoccupati non potranno più consumare né i prodotti nazionali né quelli importati.”