Il test termonucleare compiuto lo scorso 3 settembre dalla Corea del Nord è senz’altro un evento importante nei rapporti tra il Paese asiatico e gli Stati Uniti, ma non muta gli equilibri militari della regione. Corea del Sud e Giappone, i due principali alleati di Washington, sono da tempo sotto la minaccia di centinaia missili balistici nordcoreani convenzionali Musudan, Pukguksong e Hwasong che possono colpire qualsiasi punto delle due nazioni. L’arsenale nucleare nordcoreano è relativamente modesto (si stima che le Forze Armate di Pyongyang abbiano a disposizione una trentina di ordigni nucleari) e le basi dalle quali possono essere fatti partire i missili dotati di ogive nucleari sono costantemente sorvegliate dai sistemi di difesa sudcoreani, giapponesi e statunitensi.

É quindi relativamente facile intercettare un razzo proveniente da questi punti di lancio.

Una nuvola di missili

Molto più difficile, invece, affrontare una nuvola di missili convenzionali dislocati in decine di basi e facilmente trasportabili su rampe mobili. Il THAAD, il sistema di difesa missilistico di cui è dotata la Corea del Sud sarebbe in grado di intercettare molti dei missili provenienti dal Nord, ma altrettanto sicuramente alcuni di questi riuscirebbero a eludere ogni difesa e colpire l’obiettivo. La minaccia di devastazione che incombe su Corea del Sud e Giappone, quindi, non è tanto dovuta alla capacità nucleare della Corea del Nord, quanto alla sua potenza distruttiva convenzionale.

Un esercito numeroso, ma poco efficiente

Troppo spesso, quando si parla della capacità offensiva della Corea del Nord, si infilano aridi numeri: 945.000 militari in servizio effettivo, 5.500.000 riserve (su una popolazione di 25 milioni di abitanti), 944 aerei, 5.025 mezzi corazzati, 967 unità navali possono sconcertare chiunque, ma ci si dimentica che gran parte dei mezzi militari hanno una capacità di movimento assai limitata per mancanza di carburante e parti di ricambio.

Senza contare l’obsoleta tecnologia che caratterizza gran parte dei reparti dell’Esercito Popolare Coreano. Tre anni fa la KCNA aveva pubblicato una foto di Kim Jong Un a bordo di un sottomarino classe Romeo di fabbricazione sovietica degli anni Sessanta che mostrava parecchie parti arrugginite. Era una foto che voleva mostrare la forza, non solo terrestre, ma anche navale del Paese, ma logicamente ha ottenuto l’effetto di presentare un apparato militare vecchio e stantio.

La guerra impossibile

Neppure l’avere a disposizione un’arma di distruzione di massa come la bomba termonucleare può squilibrare i piatti della bilancia in un ipotetico confronto tra Stati Uniti e Nord Corea. Le Forze Armate di Pyongyang, pur avendo il modo di trasportare una bomba nucleare in un’ogiva missilistica intercontinentale, avrebbero a disposizione una finestra temporale di pochi minuti prima che il missile venga intercettato dai sistemi di difesa statunitensi e canadesi. Ad oggi l’esercito nordcoreano ha un solo tipo di missile in grado di raggiungere le coste orientali del Pacifico: l’Hwasong-14, testato lo scorso 28 luglio. Occorre, però, ancora dimostrare la completa affidabilità di questo vettore (un solo test positivo non indica la completa funzionalità) e, soprattutto, identificare nella realtà dell’azione il raggio dell’Hwasong-14 caricato con un’arma nucleare.

Kim Jong Un sa di essere impotente nel caso di un attacco anche solo convenzionale: non solo dare l’ordine d’attacco equivarrebbe a distruggere il Paese e milioni di vite umane, ma significherebbe la fine sua e dell’intera famiglia Kim.