Nella puntata del 12 settembre di "Otto e Mezzo" su La7 è intervenuto Piero Fassino, dirigente di primo piano del Pd, che si è soffermato sui temi dell'immigrazione. Ecco le parti salienti di cosa ha detto.

'Il PD non ha rinunciato allo Ius Soli, lavoriamo affinché ci siano i numeri per approvarlo entro fine legislatura'

Sulle motivazioni che hanno spinto il PD a rinunciare a portare in votazione la legge sullo Ius soli, Fassino ha detto: "Direi che noi non abbiamo rinunciato, come ha detto anche Zanda ad oggi non ci sono i voti per approvarla: ora bisogna mettere in campo un'iniziativa Politica per averli.

D'altronde Alleanza Popolare di Alfano e il gruppo delle autonomie alla Camera l'hanno votata e noi portiamo al Senato lo stesso testo già passato alla Camera. Noi non rinunciamo allo Ius Soli, semplicemente oggi non ci sono le condizioni per approvarla. L'unica cosa che non si può fare è portare in aula un provvedimento senza la certezza di avere i numeri, perché sarebbe controproducente e significherebbe mettere una pietra tombale su quella legge per chi sa quanto. Oggi i numeri non ci sono, ma continueremo a lavorare affinché prima della fine della Legislatura ci siano". Lasciando dunque intendere che prima del voto politico di inizio 2018 il provvedimento potrebbe essere calendarizzato per la possibile approvazione.

Fassino sempre sullo stesso tema ha poi proseguito: "Un quotidiano come Il Giornale ha creato un clima ansiogeno, perché dire 'Fermate lo Ius Soli' e sotto scrivere 'Un'altra turista stuprata da un profugo' crea un nesso pericoloso perché vuol insinuare nella testa della gente che noi diamo la cittadinanza a quelli che stuprano, ma non è vero.

Il Giornale alimenta e cavalca i sentimenti ansiogeni". Prima di precisare: "Il PD lo Ius Soli lo vuole, sono altre le forze politiche che non lo votano, ma non potete chiedere a noi conto di questo. Noi vogliamo questa legge perché la riteniamo giusta, essa dà la cittadinanza ai bambini che nascono qui, crescono qui e vanno a scuola coi nostri figli.

Questo è il tema, non si tratta certo di dare cittadinanza a chi sbarca col barcone: questo è quanto hanno fatto credere i giornali di destra. In Italia ci sono 6 milioni di stranieri e quelli che sono entrati in circuiti di illegalità sono una minoranza infima; chi delinque va perseguito a prescindere dalla nazionalità. La razionalità ci dice che fenomeno migratorio è strutturale, non è vero (come dice Salvini) che con una gestione inflessibile rimandiamo a casa 6 milioni di persone, perché non è così. Le politiche di integrazione sono necessarie e le fanno quotidianamente gli 8000 comuni italiani".

'Contenere i flussi non mette in discussione accoglienza, serve riprendere flussi programmati d'ingresso'

Riguardo alle politiche del ministro Minniti sull'immigrazione, Fassino ha detto: "Il Governo sta mettendo in campo una politica che contenga i flussi, questo non ha messo in discussione per un solo attimo l'accoglienza, che vi è stata per tutti questi mesi da quando Minniti è ministro. Fare una politica che contenga i flussi ha senso: oggi in Africa vivono 800 milioni di persone, nel 2050 saranno 2,3 miliardi, alla fine del secolo saranno 4 miliardi. Quindi dobbiamo porci il problema di dargli una vita dignitosa lì, perché 4 miliardi di persone che emigrano diventano ingestibili per chiunque".

Poi ha continuato: "Minniti si è incontrato con i sindaci delle città libiche e con i ministri del paesi del Sahel, trovando degli accordi. L'Italia ha accolto negli ultimi quattro anni più di 500.000 persone, le quali sono state integrate. Dire che li aiutiamo nel loro paese non significa dire che loro stanno lì e succeda quel che succeda, Renzi non intende certo dire questo. Il punto è come creare condizioni di sviluppo in quei paesi per ridurre la tendenza a venir via. Poi bisogna riprendere una strategia di flussi programmati d'ingresso che sono dei canali regolari".

Fassino continua a far politica. Si candiderà alle elezioni?

In conclusione Fassino è stato incalzato dalla Gruber sul proprio futuro personale e sulla possibilità che possa candidarsi alle prossime elezioni politiche: "Sono cose che valuteremo quando sarà ora, le elezioni sono ancora lontane.

Io nella mia vita ho fatto molte cose, vedremo se la cosa è utile oppure no. Continuo a fare politica, la quale per me è una passione, ma la politica si può fare in tanti modi: attualmente non sono parlamentare, non sono più sindaco, ma continuo a fare politica come dimostra il fatto che sono qui a parlare di migranti".