Pietro Grasso candidato alle prossime elezioni politiche nelle file di MDP e probabile leader del Partito fondato da Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema? Per ora è solo una ipotesi, ma le parole pronunciate ieri, 28 settembre, dal presidente del Senato durante la festa di Mdp a Napoli, vanno proprio in questa direzione. Sta di fatto che la terza carica dello Stato parla già come un capo politico attaccando il Pd di Matteo Renzi su legge elettorale, ius soli e nuovo codice antimafia. L’ipotesi di Bersani & co. sarebbe quella di offrirgli il bastone di comando di un nuovo centrosinistra in caso di mancato accordo con il Campo Progressista di Giuliano Pisapia.

L’intervista a Grasso

Lo scenario è quello della festa di Mdp a Napoli. Ad intervistare Pietro Grasso c’è il vice direttore de l’Espresso Marco Damilano. Per rispondere alla precisa domanda del giornalista su una sua futura candidatura politica, il presidente del Senato decide di tenersi istituzionalmente sul vago. Parla della presidenza di Palazzo Madama come di una “esperienza entusiasmante”, ma afferma di non conoscere ancora il proprio futuro. La carica che ricopre non gli consente di sbilanciarsi, ma si nota chiaramente che Grasso ha voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Lo fa dichiarando che “se c’è la possibilità di fare quel percorso visionario potrei iniziarlo insieme a chi è più visionario di me”.

Il riferimento, forse, è proprio a Bersani, seduto in platea di fronte a lui, l’artefice della sua nomina sullo scranno più alto del Senato.

Un uomo di centrosinistra

Vietato guardare al centro o a destra. È questa l’idea politica di Pietro Grasso il quale, definendosi uomo di centrosinistra, prova a delineare quale sia la sua scala valoriale che, dice, non può essere tradita.

Ovvio che la carica che ricopre gli imponga di essere “super partes”, ma al cuore non si comanda e il vecchio ex magistrato ricorda a tutti di essere rimasto un “ragazzo di sinistra”. Il suo faro politico resta comunque “l’unità del centrosinistra”.

Legge elettorale, ius soli, codice antimafia

Quasi in un crescendo rossiniano, sempre più sollecitato dalla piccola ma entusiasta folla dei presenti, Grasso inizia a snocciolare una sorta di programma politico.

Per prima cosa, rivendica di aver chiesto al Pd di votare una nuova legge elettorale che sia “pienamente costituzionale”, con una nemmeno tanto velata critica all’ipotesi del Rosatellum 2. Presa di posizione che ha scatenato la livorosa reazione del presidente Dem Matteo Orfini. Logico anche, secondo lui, scegliere i candidati su basi etiche, “prima che intervengano indagini, processi, condanne”. Sulle polemiche sollevate da Forza Italia e dallo stesso Pd sul nuovo codice antimafia, appena approvato, che mette quasi sullo stesso piano corruzione e associazione mafiosa, Grasso taglia corto: “Questa misura è nel programma del Pd” e non rappresenta certo un “cedimento a una visione giustizialista”, come dichiarato da Orfini.

Infine, si sofferma, sulla legge sullo ius soli sulla cittadinanza ai migranti, appena affossata in parlamento. Lui la considera come un “riconoscimento di diritti” e, anche se è consapevole di non voler andare a “sbattere contro un muro”, si dice fiducioso sul fatto che possa essere approvata a novembre.