Il braccio di ferro fra unionisti madrileni e indipendentisti catalani è ancora piuttosto teso. In merito al referendum del 1 ottobre scorso, il premier spagnolo Rajoy - in un'intervista a El Pais - ha annunciato che la sua priorità è proteggere e difendere l'unità della Spagna, una nazione che sarà indivisa ancora per molto tempo. Sottolineando, peraltro, che il governo agirà al fine di impedire la concretizzazione della dichiarazione d'indipendenza.

Manifestazioni a Barcellona

Nella giornata di sabato 7 ottobre, un ingente numero di persone si è radunato a Barcellona, nella piazza Sant Jaume, mostrandosi favorevole ad un dialogo tra Barcellona e Madrid.

Esse indossano camice o magliette bianche, come chiesto dagli organizzatori delle varie manifestazioni che si sono svolte anche in altri paesi dello Stato spagnolo.

Cosa succede a Madrid?

Almeno una cinquantina di associazioni e fondazioni della società civile hanno organizzato, nel frattempo, una manifestazione di unionisti spagnoli - nella Plaza Colon di Madrid - allo scopo di difendere la Costituzione della nazione spagnola ancora fortemente in agitazione.

I dimostranti, agitando bandiere spagnole, rifiutano ogni sorta di dialogo con i golpisti. Mentre, il ministro degli Esteri, Alfonso Dastis, precisa di essere a favore di una mediazione fra le due parti, sottolineando che il governo Rajoy è pronto ad attuare una serie di riforme.

Intanto, le autorità spagnole hanno dispiegato le forze speciali dei servizi di sicurezza - almeno 150 agenti del Gruppo di azione rapida della Guardia Civil - nei punti più strategici della catalogna, come ad esempio, l'aeroporto El Prat di Barcellona, in vista della probabile dichiarazione di indipendenza della regione.

Le conseguenze

Le prime conseguenze di una tale agitazione del paese catalano, che teme ripercussioni nefaste sull'economia dello Stato, si sono verificate.

Innanzitutto, l'Agbar (Aigües de Barcelona), la società che gestisce la distribuzione idrica a Barcellona, ha spostato la sua sede a Madrid, prendendo in considerazione i gravi pericoli che potrebbero derivare dalla dichiarazione di indipendenza.

In secondo luogo, la Caixa - l'istituto bancario catalano - ha invece deciso di trasferire la sua sede sociale da Barcellona a Palma di Maiorca, nelle Isole Baleari, precisando che si tratta di una misura preventiva destinata a perdurare fino a quando la crisi catalana non giungerà ad una conclusione effettiva. Questo è quanto riporta il quotidiano La Vanguardia.