Secondo gli ultimi sondaggi effettuati dall’istituto Ipsos Italia per conto del Corriere della Sera, il M5S resta ancora il primo movimento politico nelle preferenze degli italiani ma, da fine luglio, in appena tre mesi, perde ben 5 punti percentuali. Stessa sorte toccata al secondo partito sul gradino del podio, il Pd di Matteo Renzi. Anche i Dem fanno registrare un crollo del 5%. Emorragia di voti che favorisce solo in parte il centrodestra, con Forza Italia e Lega che salgono di circa il 3% ciascuno e Fratelli d’Italia che, invece, resta stabile.

Data, infine, intorno al 7% la coalizione ancora in divenire posta alla sinistra del Pd.

I numeri degli ultimi sondaggi

Dunque, secondo l’amministratore delegato Nando Pagnoncelli, volto noto delle maratone elettorali italiane, Il M5S di Beppe Grillo si attesterebbe al 27,5%, perdendo però 5 punti rispetto alle vette pentastellate raggiunte alla fine del torrido luglio 2017. Stesso destino per il Pd di Matteo Renzi che si posiziona alle spalle dei cinque stelle con il 25,5%. Anche i Dem fanno registrare un deficit del 5% rispetto all’estate. In controtendenza, rispetto ai due maggiori schieramenti politici, si pone il centrodestra. Forza Italia di Silvio Berlusconi riesce persino a superare la Lega di Matteo Salvini, 16,1% contro 15,2%, ma entrambi guadagnano il 3%.

Stabile, come accennato Fd’I di Giorgia Meloni al 4,5%. Mentre la Sinistra dei vari D’Alema, Bersani, Civati, Fratoianni, Montanari & co. è data al 7%. Non pervenuti, invece, Angelino Alfano e Giuliano Pisapia.

Le motivazioni del crollo di M5S e Pd

Secondo l’ad di Ipsos, i motivi del vertiginoso calo del M5S sarebbero 3: le difficoltà di Virginia Raggi e di Chiara Appendino nel gestire Roma e Torino, le “frizioni interne” che hanno preceduto e seguito la nomina di Luigi Di Maio a capo politico del Movimento e, infine, il graduale allontanamento del garante Beppe Grillo dalla politica attiva testimoniato dalla recente separazione del suo blog dal resto del network a 5 stelle.

D’altro canto, il Pd di Matteo Renzi non se la passa certo meglio. A contribuire alla fuga degli elettori dal Nazareno, afferma Pagnoncelli, sarebbe lo scontro interno continuo tra il segretario e l’attuale premier Paolo Gentiloni, materializzatosi nella vicenda della riconferma di Vincenzo Visco alla guida di Bankitalia. A pesare sul giudizio dei simpatizzanti Dem anche lo slittamento dell’approvazione della legge sullo ius soli.

La suddivisione dei seggi alla Camera con il Rosatellum

Alla luce dei numeri forniti, l’assegnazione dei 615 seggi della Camera dei Deputati vedrebbe il centrodestra (se mai resterà unito) fare la parte del leone con 248 scranni. Al secondo posto il M5S con 178, terzo il Pd con ‘appena’ 162 poltrone. 25 seggi, infine, per la Sinistra (se mai diventerà unita). Interessante anche l’ipotetica ripartizione dei seggi assegnati con il sistema maggioritario, attraverso i collegi uninominali: centrodestra nettamente primo con 109 seggi sui 231 in palio, 71 per il M5S e 51 per il Pd.