Se pur indirettamente e in modo separato, Matteo Salvini e Luigi Di Maio rispondono alle accuse del quotidiano americano New York Times sul presunto pericolo di inquinamento delle prossime elezioni politiche italiane attraverso Fake News pilotate via web dalla Russia di Putin per favorire Lega e M5S. I due leader ribaltano la questione, peraltro subito cavalcata da Matteo Renzi nel suo discorso di apertura della Leopolda 8, indicando come veri responsabili della produzione di fake news i giornali quotidiani e i telegiornali delle tv generaliste.

L’allarme del NYT: ‘Campagna elettorale a rischio fake news’

La dettagliata inchiesta giornalistica apparsa sul New York Times, parte dal presupposto, dato per scontato, che la Russia di Vladimir Putin abbia compiuto “interferenze”, utilizzando soprattutto fake news veicolate via web, nelle recenti campagne elettorali di Usa, Francia e Germania, oltre che nei due referendum sulla Brexit e sull’indipendenza della Catalogna dalla Spagna. Secondo il Times, quindi, “molti analisti considerano l’Italia come l’anello debole” della Ue. Il quotidiano americano informa anche che “rappresentanti di Facebook” avrebbero promesso al governo italiano di avere intenzione di “schierare una task force italiana di fact-chekers per affrontare il problema delle fake news prima delle elezioni”.

Il rapporto Stoppa e la reazione di Renzi

Sempre nello stesso articolo, vengono citati i risultati del rapporto di Andrea Stoppa, definito come consigliere di Renzi in tema di cyber security. Il dossier Stoppa sarebbe finalizzato a dimostrare la connessione tra siti internet apparentemente scollegati tra loro, ma uniti dal filo invisibile dei codici identificativi assegnati da Google.

Si tratterebbe, guarda caso, di pagine web facenti riferimento al M5S, alla Lega e, naturalmente, alla Russia di Putin il quale, come ricorda il NYT, è stato più volte oggetto di elogio da parte degli uomini di Di Maio e Salvini. Accuse tutte da dimostrare sui cui, però, ha messo subito il cappello il segretario Pd Renzi durante il discorso di apertura della Leopolda 8.

“Chiediamo ai social network di aiutarci ad avere una campagna elettorale pulita - ha dichiarato dal palco della Leopolda l’ex premier - perché queste fake news sono tante e diverse e sono frutto di un attacco complessivo che ci stanno facendo in queste ore” (vedi il caso della troppo palese bufala su Maria Elena Boschi al funerale di Riina ndr).

La risposta di Salvini e Di Maio

Alla versione di Lega e M5S ‘brutti, sporchi e cattivi’ amici dell’orco Putin non credono, ovviamente, i diretti interessati. Matteo Salvini si dice sì “fortemente preoccupato dalle fake news”, ma non da quelle pubblicate su Facebook, bensì da “quelle che vendono giornali e tg sulle bugie del governo su tasse, immigrazione e falsa ripresa economica”.

Non meno dura la replica di Luigi Di Maio il quale, ospite della manifestazione ViVite a Milano, ha rilanciato la provocazione, già avanzata durante le recenti elezioni in Sicilia, di “chiedere l’intervento dell’Osce” al fine di monitorare non solo le fake news del web, ma soprattutto “quelle diffuse da carta stampata e tg”.