Per Matteo Renzi, l’ottava edizione della Leopolda a Firenze è stata una delle più emozionanti. L’ex premier ha scritto un emozionato post su Facebook dove sostiene che, tra tutte le edizioni della kermesse, quella conclusa ieri è stata umanamente toccante, intensa e viva. Chi non c’è stato non lo può sapere – ha aggiunto – Renzi, ma c’era tanta bellezza, quella che nasce da un modo particolare di fare politica. “Devo dire un grazie enorme – ha scritto Renzi -. Si pensa davvero che vale la pena continuare a lottare insieme quando si vivono giornate come quelle abbiamo vissuto alla Leopolda.

Andiamo avanti, insieme”.

Troppi o pochi vip alla Leopolda?

A livello di partecipazione, la Leopolda è stata un successo. Il capannone dove si svolgono gli incontri ha raggiunto il limite di capacità. Sul palco, l’anfitrione Renzi ha ripreso il particolare dicendo che “non possiamo più accogliere nessuno, anche se altri dicono che è vuoto”. L’ex premier ha detto anche che quelli che criticano la Leopolda dovrebbero fare pace con sé stessi. Nel 2014 la kermesse era stata accusata di accogliere troppi vip e politici, in quest’edizione, invece, si critica il contrario. “La Leopolda è un luogo dove regna la libertà, non le polemiche - ha detto Renzi - Abbraccio anche a chi ha detto che quest’anno non c'è nessuno.

Invece sembra che c'è tanta gente, è un giorno di festa per la politica”.

La fine dei litigi e le polemiche

Renzi ha invocato la “modalità campagna elettorale” e ha chiesto a tutti i membri del Partito Democratico di smettere di litigare: “Dobbiamo sentirci orgogliosi di quello che siamo […] Basta litigare e basta con il congresso permanente”.

Ha smentito le polemiche tra il ministro Lotti e il sottosegretario Boschi. Come conferma, i due alla Leopolda si sono fatti un selfie abbracciati e sorridenti.

Questioni di sicurezza

Alla Leopolda era presente il ministro dell’Interno, Marco minniti, che ha parlato di strategia di sicurezza sul palco della Lepolda. “La sicurezza riguarda la protezione delle persone più deboli e più esposte – ha spiegato - Se un partito che si chiama come quello nostro, democraticom, non è vicino ai più deboli e trascura la questione della sicurezza perché sostiene che non lo riguarda, allora questa formazione politica rischia di venire a meno in quelle che sono le sue basi fondamentali”.

Per Minniti il Partito Democratico sta lavorando ad un progetto che promuove l’unità, ma per andare oltre al proprio partito, perché lo sforzo è comune e si tratta di un patrimonio comune: “Abbiamo bisogno di un Pd compatto, dove ognuno svolga il suo ruolo, per fare un grande gioco di squadra”.

Sconfiggere completamente le mafie

Per Minniti la chiave della strategia di sicurezza nazionale è che la comunità si prenda le piazze: “Una piazza è sicura non solo se vi sono le forze di polizia ma perché è vissuta dalle persone. Penso che può essere questa è la risposta ai populisti: non dobbiamo stare nelle nostre case”. Il ministro ha detto che la sua missione non è contenere i gruppi mafiosi ma sconfiggerli completamente.

Ha detto che lo farà in nome di Giovanni Falcone.

"La mafia vota e fa votare – ha aggiunto Minniti – questo è stato uno dei punti forza. Per questo la politica si deve liberare da questi condizionamenti […] Abbiamo chiesto a tutte le forze politiche di fare insieme un patto pubblico a favore della civiltà. Con l’impegno di non chiedere e anche di rifiutare i voti che offre la mafia in Italia”.

Solidarietà con l’Egitto

Minniti ha mandato un messaggio di solidarietà alle donne, bambini e uomini dell’Egitto che sono stati colpiti dall’attentato terroristico. Ha detto che la forza della democrazia si concentra proprio nella capacità di combattere il terrorismo per non limitare le proprie libertà. “Altrimenti – ha aggiunto – si rischia di perdere la propria anima. Una vera democrazia combatte il terrorismo con le armi della democrazia”.