"La Signora non c'è più" titolava il quotidiano La Sicilia all'indomani della scomparsa di Franca Maria Gianni, avvenuta il 27 novembre di dieci anni fa. L'eleganza dell'appellativo scelto dall'estensore dell'articolo, Giorgio Italia, nutre già l'immaginario collettivo di un tempo del dibattito pubblico che non c'è più. Quando il rispetto superava lo scontro, l'ironia ammorbidiva ancora la rabbia, la preparazione teneva l'improvvisazione in un cantuccio dove l'arroganza giocava a dadi con la superbia. Un mondo più misurato, dove il peso della profondità era maggiore di quello della superficie, per cui ognuno non valeva uno, ma in misura di quanto effettivamente poteva contribuire alla costruzione del bene comune, in ragione dei suoi talenti.

Lungi dall'immaginare una sfera pubblica priva di faziosità. Piuttosto, anche la contrapposizione era volta più a cercare soluzioni che a lasciare sul campo del dibattito politico inutili ferite sanguinanti.

Spirito di servizio

Franca Maria Gianni era una donna sanguigna, ma il suo spirito battagliero non travalicava la decenza. L'obiettivo dell'impegno politico restava sempre la risoluzione dei problemi della gente, centrale nella sua attività anche per le competenze professionali legate al mondo del sociale. Fu assessore comunale con Enzo Di Raimondo e Aldo Gilistro nel periodo compreso tra il 1990 e il 1994 e poi con Titti Bufardeci dieci anni dopo. L'immagine che accompagna questo pezzo la ritrae in un mondo declinato prevalentemente al maschile, seduta sui banchi della Democrazia Cristiana, partito nel quale fu eletta con oltre tremila preferenze in occasione delle amministrative del 1990.

Accanto a lei Alberto Chiapparino, simbolo di una delle tante battaglie che la videro protagonista ai tempi della gestione dell'Unità Sanitaria Locale 26 - alla fine degli anni ottanta - quando si batté affinché molti medici potessero trovare gli spazi occupazionali che meritavano.

L'importanza della memoria

Nella stessa foto si riconoscono anche Fausto Spagna, Massimo Accolla, Fortunato Gullifa, Franco Cirillo, Gianni Augello, Enzo Di Raimondo e Salvo Sorbello, quest'ultimo ancora oggi al quarto piano di Palazzo Vermexio, nelle fila dell'opposizione. Franca Maria Gianni, che fu anche giornalista ed editore, amava ripetere che chi non ha memoria del passato sarà senza futuro. Valga da riflessione.