Al termine dell'assemblea nazionale che ha visto la nascita della nuova lista "Potere al Popolo", Blasting News ha intervistato in esclusiva Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, partito che partecipa al nuovo soggetto elettorale della sinistra. Vediamo che cosa ci ha detto.

Acerbo: 'Potere al Popolo unica lista davvero di sinistra, LeU è vecchia classe dirigente del PD marginalizzata da Renzi'

Segretario Acerbo, ci può spiegare le ragioni della vostra partecipazione al progetto 'Potere al Popolo'?

"Lo facciamo con le ragioni che portiamo avanti da alcuni anni: quella di riunificare le forze e le soggettività della sinistra antiliberista e anticapitalista di questo paese, che sono senza rappresentanza ma che sono presenti nel paese con militanti e attivisti che ogni giorno fanno cose di sinistra.

Quindi vogliamo costruire un progetto come c'è negli altri paesi europei, dove i partiti comunisti e della sinistra radicale hanno partecipato a costruire nuove aggregazioni, dalla Grecia con Syriza, a France Insoumise fino a Unidos Podemos. Noi ci saremmo aspettati che altre formazioni come Sinistra Italiana fossero con noi, ma alla fine il richiamo del centrosinistra pare troppo forte e hanno scelto una via più sicura: quella di garantirsi la rielezione facendo la lista coi fuoriusciti del Pd. E' una scelta loro, che noi non condividiamo".

Non potrà negare che però nell'elettorato, l'esistenza di due distinte liste competitive fra loro a sinistra del PD, può essere vista come un rischio che può portare all'indebolimento di entrambe...

"Innanzitutto mi sembra che la nostra sia l'unica lista di sinistra in campo, l'altra è una rispettabile lista della vecchia classe dirigente del centrosinistra che era stata messa ai margini da Renzi e che tenta ora la rivincita: i suoi esponenti vengono tutti dal PD o da forze che sono state alleate col PD perfino dopo l'esperienza del Governo Monti, come accaduto a SEL, che adesso si chiama Sinistra Italiana.

Ogni giorno un esponente di Liberi e Uguali dice che poi si rimetteranno insieme al PD: D'Alema ha perfino dichiarato che loro sono responsabili e disponibili per un "Governo del Presidente", ricordo che l'ultimo del genere fu quello di Monti. E' in corso un'operazione egemonica di quelli che sono usciti dal PD che hanno una grande disponibilità mediatica ed economica e sono stati leader del centrosinistra: ovviamente vogliono monopolizzare l'area a sinistra del PD, ma questo è un problema loro.

Noi non siamo alleati con loro da ormai 10 anni e molti di quelli che stanno in Potere al Popolo non li hanno neanche mai votati. Quindi il problema non sussiste: il punto è creare una vera proposta di sinistra: in tutta Europa esiste una sinistra radicale che va dal 10 al 20%. In Germania c'è la SPD e la Linke, che sono cose diverse e così pure altrove. La maggior parte delle persone che voteranno Potere al Popolo, se la nostra lista non esistesse, molto probabilmente sceglierebbero l'astensione oppure al limite il M5S: ma è assai difficile che possano votare per D'Alema e Bersani".

Acerbo: 'Ecco le ragioni che hanno impedito una lista unica a sinistra del PD. Non abbiamo mercanteggiato seggi sicuri'

Però il popolo della sinistra diffusa aveva guardato con speranza a una foto di qualche mese fa in cui, sullo stesso palco c'era lei assieme a Bersani, Civati, Fratoianni e Montanari. La lista unitaria era davvero una possibilità concreta oppure era già impossibile in partenza?

"No, era possibile. Noi abbiamo aderito all'appello del Brancaccio e condiviso con Falcone e Montanari le questioni di fondo proposte. Ricordo che a giugno al Brancaccio nella relazione introduttiva Montanari proponeva che ci fosse l'unità di tutti in una grande lista civica nazionale di sinistra e che essa partisse dal fronte del No al referendum.

Chiedeva un programma di radicale discontinuità rispetto alle politiche degli ultimi 25 anni, perché le privatizzazioni, la precarizzazione del lavoro, la sottoscrizione di Trattati europei sbagliati (su cui il PRC già si oppose), non sono cominciati ora. I finanziamenti alla scuola privata non li ha introdotti Renzi, i bombardamenti all'estero sono cominciati prima di Renzi. Sono tutte cose ben note nel popolo della sinistra che non va più a votare. Montanari chiese di fare tabula rasa, che facessero un passo di lato coloro che avevano avuto in passato responsabilità di Governo e che si andasse verso una sinistra nuova e radicale: non verso un centrosinistra. Noi abbiamo detto che andava bene: saremmo stati contentissimi, se quella proposta si fosse concretizzata avremmo potuto prendere anche il 20% perché avrebbe significato una rivoluzione nella sinistra italiana".

E invece che cosa è accaduto per rompere questa possibilità?

"La classe dirigente ex PD si è fatta il suo progetto, poi ha chiamato i suoi satelliti di Possibile e di Sinistra Italiana, decidendo di fare altro. A quel punto il percorso del Brancaccio ha deciso di non proseguire. Questo a noi ha lasciato grande amarezza. Ma avevamo detto fin dall'inizio che noi non avremmo mercanteggiato qualche seggio sicuro, e credo che con un accordo un seggio per chi parla ci sarebbe stato; però noi pensiamo che la sinistra si ricostruisca dalla credibilità e dalla coerenza fra il dire e il fare. Andare a chiedere il voto per una proposta che poteva interrompersi dopo pochi mesi, avrebbe significato prendere in giro la gente: non era assolutamente il caso.

O andava in fondo il progetto che aveva in mente Montanari all'inizio, oppure sarebbero proseguite le ragioni che ci hanno tenuti divisi negli ultimi dieci anni. Se la gente oggi va in pensione a 70 anni lo si deve alla classe dirigente di Liberi e Uguali, che assieme a Berlusconi ha votato la Legge Fornero".

Acerbo: 'Oggi il compito dei comunisti è quello di unire di chi sta in basso'

Un'ultima domanda, il suo Partito si presenterà alle Elezioni politiche per la terza volta consecutiva senza il proprio simbolo e senza neanche la falce e il martello. Cosa dice a coloro che storcono il naso?

"Va detto che sono state tre liste molto diverse. La Sinistra l'Arcobaleno del 2008 fu un'aggregazione fra partiti, alcuni dei quali molto di centrosinistra e che veniva dopo un'esperienza di Governo pessima: venne percepita anche giustamente come una perdita di radicalità.

Rivoluzione Civile nel 2013 nasceva dall'incontro di un movimento come l'IdV con cui avevamo elementi di contatto su alcuni temi ma meno su altri. Qui invece con Potere al Popolo siamo di fronte al fatto che partiti comunisti (oltre a noi, anche il PCI e Sinistra Anticapitalista), organizzazioni di base, reti di movimento e centri sociali, hanno deciso di unirsi. Questo progetto è ben più radicale: è tutta gente che con noi ha sempre fatto tante lotte. Riguardo ai simboli, va detto che negli anni Novanta c'erano tante sinistre e i comunisti si presentavano con la loro proposta. Mentre oggi in tutta Europa abbiamo un altro compito: quello di unificare la sinistra sociale e politica che è alternativa al neoliberismo, quindi non dobbiamo tanto marcare la nostra distinzione, ma darci l'obiettivo più ambizioso di chiamare a essere protagonista quella maggioranza sociale e le classi popolari che non sono oggi rappresentate da nessuno dei principali schieramenti.

Già in altri momenti della loro storia i comunisti lo hanno fatto: oggi conta l'obiettivo di ricostruire una forza popolare che contrasti le politiche, tutte dello stesso segno e antipopolari, portate avanti da centrodestra e centrosinistra negli ultimi decenni che hanno impoverito milioni di persone. Il dovere dei comunisti è dire a tutti quelli che stanno in basso di mettersi insieme".