La riforma delle intercettazioni telefoniche voluta fortemente dal ministro della giustizia Orlando sarà realizzata a breve; il testo del decreto legislativo sta per essere esaminato dal Parlamento. Luci e ombre e luci però circondano il testo della riforma aprendo un dibattito sulla giustizia da parte di magistrati e professionisti della materia. Vediamo quindi cosa dice il dlgs della riforma e i vari pareri. Il nuovo testo introduce il delitto di "diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni o conversazioni fraudolente". Si punisce chi raccoglie il contenuto di tali incontri senza il consenso della persona offesa al fine di diffonderlo per recarle danno .

Si incide anche sulla procedura con cui vengono selezionate le intercettazioni posto che delle comunicazioni o delle conversazioni irrilevanti per le indagini ne è vietata la trascrizione. Viceversa il pubblico ministero dovrà chiedere la trascrizione di quelle intercettazioni che reputa rilevanti, dopo aver esaminato la breve annotazione della polizia giudiziaria nella quale viene riassunto in poche battute il tenore della telefonata. La riforma disciplina 2 fasi: una prima fase in cui il PM deposita le conversazioni per consentire alla difesa di conoscere gli elementi o quindi le intercettazioni su cui lui stesso intende fare richiesta di acquisizione. L’acquisizione effettiva delle intercettazioni avviene solo in una seconda fase.

D’ufficio si procede al contestuale stralcio, con destinazione finale all’archivio riservato, di quelle irrilevanti e inutilizzabili. Inoltre, il PM diventa custode del materiale irrilevante e inutilizzabile.L’ultima parola non spetterà più al PM bensì al Gip. Viene cosi eliminata la cosiddetta udienza stralcio., dove il Gip, oggi, ha il potere di escludere solo le intercettazioni “manifestamente irrilevanti”.

Il decreto prevede poi che i colloqui tra un avvocato e l’assistito non possano essere riportati nemmeno nei verbali della polizia.

Critiche ed elogi da parte della magistratura e dell’avvocatura

Ci sono state delle note di positività da parte dell’Associazione nazionale magistrati e di alcuni giudici che hanno sostenuto che le intercettazioni telefoniche non possano costituire l’occasione per la diffusione pubblica di informazioni personali e dati sensibili relative agli indagati o ai terzi intercettati occasionalmente.

Tutto ciò che rientra nella categoria delle informazioni non rilevanti ai fini delle indagini in corso, deve rimane riservato indipendentemente se c’ è un interesse pubblico alla conoscenza. Con le nuove norme, l’ordinanza di acquisizione del Gip permetterebbe di rimuovere il segreto sul materiale oggetto di intercettazione acquisito. I giornalisti potranno continuare a raccontare le indagini e le relative intercettazioni, ricevute dagli avvocati mediante trasmissione del supporto informatico dov’è contenuto il materiale intercettato( rilevante e non).

Dall’altra parte c’è anche chi boccia tale riforma posto che la procedura macchinosa e irrealistica che si realizzerebbe mette a rischio il diritto di difesa.

A pensarla cosi' sono molto procuratori della Repubblica che hanno inviato osservazioni alle due commissioni Giustizia di Camera e Senato dopo aver esaminato il dlgs di Andrea Orlando. Da parte sua anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho è convinto che la legge sulle intercettazioni finisce per ostacolare di fatto l’esercizio delle indagini. C’è poi un altro punto dolente ovvero il fatto che sulle intercettazioni scartate non potrànno mai esserci la desecretazione, nemmeno a indagini concluse.

La legge quando richiede, che ufficiali della polizia giudiziaria seguano le intercettazioni con il captatore informatico, evidenzia un'effettiva esigenza, mentre si potrebbe dire che è corretto che non si intercettino fatti completamente estranei".

Sono questa alcune delle parole pronunciate all’interno della trasmissione di Lucia Annunziata, “Mezz’ora in più”. La discussione si è poi spostata sul tema della necessità di una Riforma 416 bis in cui dovrebbe avere un aspetto più forte la corruzione: Federico Cafiero de Raho conclude dicendo : “La mafia ancora prima dell’intimidazione utilizza la collusione e la corruzione. Ci sono forme di infiltrazione che finiscono per inquinare tutte le varie PA .Ecco perchè è necessario un intervento che non sia solo di controllo delle attività amministrative per un periodo limitato”.