Solo una svista dovuta agli automatismi dei tweetfeed, e di sicuro non è la prima volta che succede. Con questa giustificazione l’entourage della seconda carica dello stato, l’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, ha minimizzato quanto successo poche ore fa sul sito del Senato. L’accusa sarebbe quella di aver fatto comparire attraverso i post di Twitter, sul sito istituzionale della camera alta del parlamento italiano, il simbolo del suo nuovo partito Liberi e Uguali che vorrebbe porsi come alternativa al Partito Democratico, posizionandosi alla sinistra dell’attuale primo partito del parlamento italiano.

Le polemiche

La svista, se di questo si può parlare, ovviamente non è passata inosservata ai detrattori di Grasso, ultimamente abbonato alle gaffes politiche. Pochi giorni fa infatti, il presidente del senato era finito nell’occhio del ciclone per aver presentato il simbolo di Liberi e Uguali durante la trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa” violando dei precisi regolamenti. I primi a scagliarsi contro di lui sono stati proprio gli ex compagni del PD.

In questo caso, tra le prime reprimende è arrivata quella del fedelissimo berlusconiano Augusto Minzolini, ex senatore. Ma anche il PD non è stato a guardare, e ancora una volta ha preso la cosa sul personale vedendo nel gesto un modo per accaparrarsi voti democratici.

Il dribbling della Boldrini e l’ira di Mattarella

Oltre all’ultimo scivolone legato ai tweet e a quello di Fazio, ultimamente Grasso non è molto fortunato: è infatti preso di mira sui social per aver definito la grafica della lettera e, usata come congiunzione nel simbolo del suo partito come “qualcosa di femminile”, mentre riferendosi evidentemente a Laura Boldrini si è dichiarato contento che qualche donna stia arrivando nel partito pur essendo ancora in fase costituente.

Dal canto suo, la Boldrini, ha dribblato la questione affermando di essere presidente della Camera e di non essere Montecitorio il luogo adatto a certi discorsi.

Il caos mediatico creato dalle vicende di Grasso e del nuovo partito che si prepara a guidare, sembra però aver trovato anche un detrattore di tutto rispetto: Sergio Mattarella.

Il presidente della Repubblica infatti sta facendo quanto possibile per accontentare le parti politiche, sciogliere le camere entro l’anno e indire elezioni per i primi di Marzo. Non sembra però aver trovato quella sensibilità e quell’alto profilo istituzionale che chiedeva in cambio. 'Una scelta che non avrei fatto' avrebbe tuonato Mattarella, irritato dalle ultime giornate politiche che coinvolgono in prima persona la figura istituzionalmente a lui più vicina.