Quando Renzi era Presidente del Consiglio fu approvata una mozione dal Parlamento che chiedeva a tutti i dipendenti pubblici di rispettare il limite di stipendio di 240 mila Euro. Una cifra comunque considerevole visto l'attività, così Laura Boldrini e il presidente Mattarella lo hanno fatto ma il presidente del Senato no.

La dichiarazione dei redditi 2016 di Pietro Grasso

La norma voluta dal governo Renzi chiedeva a tutti coloro che svolgono una funzione pubblica di rispettare il limite annuo di 240mila Euro: questa regola è stata approvata dal Parlamento e rispettata anche dal Presidente della Repubblica.

Invece a quanto pare Pietro Grasso, Presidente del Senato, non ne ha voluto sapere e così la sua ultima dichiarazione dei redditi ammonta a 320.530 Euro, ben circa 80mila Euro sopra il limite. Pietro Grasso non è solo Presidente del Senato ma anche ex magistrato antimafia, così i suoi redditi complessivi superano abbondantemente quella cifra. Grasso non è obbligato per legge a farlo, si tratta di un regolamento interno che il Senato non accetta volentieri; così la terza carica dello Stato non ha voluto dare l'esempio e addirittura guadagna più del Presidente della Repubblica. Il Presidente del Senato è uscito dal PD perché il partito non incarna più, a suo dire, i valori della sinistra e così ha fondato il suo partito.

Laura Boldrini, Presidente della Camera, ha dichiarato nell'ultimo anno 140mila Euro quindi decisamente sotto il limite mentre il magistrato antimafia li ha superati abbondantemente. Questa norma ha comunque una scadenza, il limite è previsto fino al 31 Dicembre 2017 e non è stato rinnovata. Il tutto è passato sotto silenzio, mentre si parlava di bilancio e delle prossime elezioni.

Questa norma è stata voluta a seguito delle proteste dei 5 Stelle e ai tanti scandali riguardanti dirigenti pubblici con stipendi da grandi imprenditori.

La norma non è stata rinnovata

Il Parlamento risponde a una propria giurisdizione e non alle disposizioni del governo, questo ambito giuridico ristretto si chiama autodiachia e così i membri del parlamento non devono rispondere a norme imposte dall'esterno.

In questo modo i parlamentari, non essendosi riuniti per rinnovare la norma, decadrà automaticamente l'ultimo giorno dell'anno. Dunque ora, chiusa la legislatura, si torna al passato; alla faccia del buon esempio, fino alla prossima indignazione pubblica i parlamentari continueranno a percepire lauti compensi.