Si sfoga contro Matteo Salvini la presidentessa della camera Laura Boldrini. Dopo il suo fantoccio bruciato da alcuni esponenti della Lega, la militante di Liberi e Uguali alza le barricate contro lo stesso Salvini. Dal canto suo, il leader del carroccio è ampiamente impegnato nella campagna elettorale, e promette dazi in stile Trump.

Pensi agli italiani

Il sunto del pensiero della terza carica dello stato, riguarda uno degli argomenti cari a Salvini. Parla sempre di migranti e immigrazione, dice la Boldrini, pensasse agli italiani. Lui, insiste l’ex SEL, fa Politica da quando aveva 17 anni eppure non sembra abbia fatto niente per il paese facendo finta, per giunta, di essere il nuovo che avanza.

La Boldrini conclude citando l’increscioso episodio che ha coinvolto un pupazzo con la sua effige: “forse Salvini ambisce a essere il leader della Repubblica dei falò”.

Dazi alla Trump per il Made in Italy

E Salvini sembra avere tutta l’intenzione, almeno sulla carta, di pensare prima proprio agli italiani. Per Salvini infatti ci vorrebbero più Trump e Putin, gente che al primo posto mette il proprio paese. Ma il segretario dei leghisti strizza anche l’occhio ai leader austriaci e ungheresi presenti nel Partito Popolare Europeo. Secondo l’eurodeputato del carroccio, sono persone a cui interessa prima il benessere dei propri concittadini, difendendone confini, banche, moneta e combattendo l’immigrazione clandestina.

Salvini si sente pronto, in caso venisse scelto come presidente (ovviamente si riferisce alla maggioranza per la Lega in parlamento, almeno all’interno della sua coalizione), a mettere dazi doganali in stile Donald Trump per difendere il Made in italy, ma non solo. Chi dovesse chiudere in Italia per riaprire all’estero, pagherà allo stato il 50% di tasse in più.

Salvini poi torna alla carica anche sulla moneta unica. Vuole infatti ridiscutere i trattati con Bruxelles, altrimenti -dice il candidato leghista- non avrebbe senso che l’Italia continui a rimanere nella zona euro. Tra le altre battaglie salviniane poi c’è quella del rapporto defici-pil al 3% che vede come imposizione iniqua.

Per Salvini il problema è dato da ben vent’anni in cui la parola d’ordine è stata tagliare, portando a una situazione di debito pubblico cresciuto a dismisura e di povertà per gli italiani. La sua ricetta è semplice: lasciare che gli italiani lavorino, spendano e paghino.