Come da tradizione, il presidente della Repubblica si è rivolto al Paese con il discorso di fine anno. Un anno difficile, quello finito ieri: il 2017 è stato pieno di sfide: negli ultimi giorni il panorama politico si è mosso più degli ultimi mesi, con le non dimissioni del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, lo scioglimento delle Camere e l’annuncio delle Elezioni politiche a marzo. Tutto si sapeva già prima della notte di capodanno. Ma il dialogo era stato tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e le diverse forze politiche.

Nel messaggio del 31 dicembre, il capo dello Stato ha voluto parlare degli stessi argomenti con i cittadini. Il discorso di fine anno è diventato così una specie di punto sulla situazione elettorale.

Gli attrezzi politici della Costituzione

In un discorso molto breve rispetto ad altri anni, il presidente della Repubblica ha spiegato come tutto il processo elettorale si sta svolgendo com’è previsto dalla Costituzione. “La politica deve preparare il futuro degli italiani – ha detto Mattarella – e la casetta degli attrezzi per fare questo lavoro politico sono forniti dalla Costituzione […] Non possiamo più vivere nella trappola di un eterno presente, come se il tempo fosse sospeso. Non possiamo vivere ignorando il passato, oscurando l’avvenire.

In questo modo deformiamo il rapporto con la realtà. Invece, la democrazia deve vivere con impegno il presente, ma anche alimentando la memoria e la visione di futuro”. Parole semplici, dirette, quelle di Mattarella, che preparano gli italiani ai prossimi mesi. Per comprendere e interpretare tutte le nuove situazioni che si verranno e le scelte che dovranno essere fatte.

Il lavoro come priorità

Secondo il presidente Mattarella, il futuro rappresenta la vera sfida della politica. I partiti dovranno fare proposte adeguate, concrete e verosimili, perché solo così potranno misurarsi con le problematiche più importanti del Paese. Nel suo discorso, Mattarella ha ribadito che non è il suo compito istituzionale dare indicazioni.

Ma i politici devono attendere questioni importanti: tra le priorità il lavoro e la questione sociale. Soprattutto tra i giovani: “È necessario che il lavoro ci sia in ogni famiglia. Vanno garantiti la tutela dei diritti e la sicurezza per ogni cittadino che lavora”. Ha anche manifestato solidarietà per i terremotati, che ancora oggi vivono in condizioni di disagio. Mattarella ha ricordato le vitte di Rigopiano, l’alluvione di Livorno e il terremoto di Ischia.

Per Mattarella, quando si parla di un’ondata di risentimento in Italia, si nega l’altro volto del Paese, quello diverso, generoso e solidale: “I problemi si possono superare. Ognuno facendo la propria parte. Specialmente chi rivolge un ruolo istituzionale ha questa responsabilità nei confronti degli italiani”.

L’idea positiva del progresso

Nel suo messaggio di fine anno, Mattarella ha insistito che la velocità delle innovazioni è in pressante e che la nuova era dell’uomo e della natura è già in noi: “Basta pensare a quelli sono gli effetti del cambiamento climatico, la siccità, la limitazione della disponibilità dell’acqua, gli incendia […] Si tratta di una situazione che ha richiamato la sensibilità anche del Santo Padre, Padre Francesco, al quale rivolgo i miei più cari auguri di buon anno”. Secondo Mattarella, tutto ciò esige cambiamenti nello stile di vita, nei discorsi e nei consumi: “Così cambiano anche i mestiere, le forme di produzione. Nonostante scompaiono alcune professioni, nascono altre. È questo il futuro. Può portare molta incertezza e preoccupazione, ma comunque tutto è accompagnato da un progresso positivo”.