È arrivato il momento della verità: al Viminale sono stati depositati 103 simboli da 98 partiti e movimenti politici. È tutto pronto, almeno dal punto di vista logistico, per le Elezioni politiche del 4 marzo. Ad arrivare per ultimo alla consegna del materiale è stato “Italia dei diritti”, mentre resta fuori un altro simbolo “non depositato” al Ministero degli Interno. Il tempo limite erano le 16:00 del 21 gennaio. Ci sono dunque i simboli delle principali forze politiche: Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Casapound, Potere al popolo, Insieme, Svp, Italia agli Italiani (Forza Nuova), Liberi e Uguali, +Europa.

Per quanto riguarda i collegi esteri della Camera dei Deputati e il Sento della Repubblica, è stato depositato un simbolo della coalizione del centrodestra con i cognomi dei loro leader: Salvini, Berlusconi e Meloni.

Il momento della verità per i 5 Stelle

È stata una giornata importante anche per il Movimento 5 Stelle. Il partito fondato da Beppe Grillo ha presentato domenica il programma elettorale in una specie di volantino con lanci semplici e chiari su cosa farà una volta arrivato al governo. “Dobbiamo essere chiari – ha detto il candidato premier Luigi Di Maio -. Il Movimento 5 Stelle farà convergenze di programma, non alleanze politiche”. Per questo, dunque, il programma elettorale è così importante, decisivo.

In un’intervista pubblicata dal Corriere della sera, Di Maio ha detto che conoscendo i contenuti del piano esecutivo si potranno ipotizzare scenari post-voto. Il M5S, pur avendo il più alto numero di voti come unico partito, rischia di non conseguire la maggioranza parlamentare. “Ci saranno 20 punti – ha spiegato Di Maio – su come si ridurranno le tasse per imprese e lavoratori, punti sugli incentivi famigliari, su come si toglierà peso burocratico alle imprese.

Vogliamo combattere con serietà la corruzione, togliere sprechi e privilegi. Dopo si vedrà chi vorrà dire sì o no a questi punti”.

La sfida di triplicare i seggi

Sul rapporto con Beppe Grillo, Di Maio ha assicurato che c’è totale sintonia, come “testimonia il fatto che al Viminale abbiamo portato insieme il simbolo del partito.

Lavoriamo insieme per realizzare un sogno. Non saremmo dove siamo se non fossimo uniti”.

Per il candidato premier del partito pentastellato, il progetto è quello di far diventare il M5S una specie di nuova edizione del partito della Nazione. Così ha spiegato Di Maio all’evento di tre giorni organizzato a Pescara, al Villaggio Rousseau. “Abbiamo fatto i conti e siamo nella capacità di triplicare i seggi”, ha detto, sostenendo che ci sarebbero stati nomi importanti nelle candidature. Il programma volantino è stato definito “né di destra, né di sinistra, ma di buon senso”. Un po’ di tutto.

La sfida di Di Maio

Di Maio ha detto che i 5 Stelle potrebbero triplicare i seggi perché nelle elezioni del 2013 il risultato è stato: 109 alla Camera, 57 al Senato.

“Vedrete i nomi. Loro pensano di avere vinto le elezioni. Ma c’è gente che sta facendo telefonate per supplicare di non candidarsi con noi”.

La strategia del M5S è chiara: in questa campagna elettorale si vorrà contenere l’ascesa della coalizione del centrodestra. Nel programma sono inclusi temi di interesse nazionale come fisco, burocrazia, e semplificazione. Di Maio ha chiesto alle altre forze politiche di accettare una sfida, forse intellettualmente onesta: “Spiegateci perché non siete d’accordo di convergere su questi 20 punti che potrebbero migliorare sicuramente la qualità di vita degli italiani”. Una ricerca di possibile alleati post-voto? Il cammino verso il giorno del voto è ancora lungo. Si vedrà.