È accaduto nella tarda notte del 28 febbraio: l'autista di un autobus della linea N4 di Roma ha travolto e ucciso un ragazzo di appena 20 anni nei pressi di Piazza Venezia. L'uomo al volante non si è accorto dell'incidente e ha continuato la sua corsa senza prestare soccorso. Al momento della tragedia il pullman stava trasportando all'incirca cinquanta persone, ma nessuno dei passeggeri si è accorto della morte del giovane Alessandro di Santo, tanto che l'autista è ripartito come se nulla fosse. Dopo aver percorso un piccolo tratto, però, l'autobus è stato intercettato da una pattuglia della Municipale che era stata avvisata, a sua volta, da una segnalazione dei vigili urbani.

Scoperta la tragedia, il conducente è stato subito colto da un malore. "Non è possibile. Ditemi che non è vero!": queste le parole della sua disperazione. 

L'uomo è stato trasportato tempestivamente all'ospedale Umberto I per effettuare alcuni controlli sul suo stato psico-fisico. L'esito dei test, però, ha rivelato che l'autista era perfettamente sobrio al momento dell'accaduto e non si trovava sotto l'effetto di stupefacenti. L'incidente, quindi, sembrerebbe essere il risultato di una terribile fatalità, ma c'è anche chi insinua l'ipotesi di un litigio. Alcuni passeggeri, infatti, sostengono di aver visto il ragazzo litigare con il conducente poco prima di scendere dalla vettura. Al momento, comunque, la teoria non è stata ancora accertata.

Le forze dell'ordine stanno ancora svolgendo delle indagini per risalire alle vere cause dell'accaduto, e l'autista, adesso, è indagato per il reato di omicidio colposo.

La suddetta accusa, che in questi casi scatta d'ufficio, si accompagnava inizialmente all'aggravante di mancato soccorso. Dopo alcune ricostruzioni, però, gli investigatori sono riusciti a scagionare l'imputato da quest'ultima incriminazione. In seguito all'interrogatorio di tutti i passeggeri, infatti, i poliziotti hanno concluso che nessuno al bordo dell'autobus, autista compreso, si era accorto del terribile accaduto.