Una delle più impellenti problematiche che dovrà affrontare la nuova giunta che si insedierà in Campidoglio dopo le elezioni amministrative riguarda l’emergenza casa, intesa sia come il ripristino della legalità, con la liberazione degli alloggi occupati abusivamente, che il reperimento di unità abitative da destinare alle famiglie degli sfrattati.

Le ultime notizie di cronaca, infatti, riferiscono dell’inasprirsi della protesta da parte degli occupanti sullo sfondo di un botta e risposta polemico tra Regione Lazio ed il Commissario straordinario Tronca che non lascia intravedere spiragli di soluzione alla vicenda.

L’emergenza casa a Roma: una storia antica

L’emergenza casa a Roma non è certo nata in questi ultimi mesi. E’ una storia che viene da lontano, almeno da quando si è fermata, a Roma come nel resto del Paese, l’edilizia pubblica. Di piani per la realizzazione di case popolari, tanto per intenderci, non se ne vedono da decenni e le liste d’attesa per l’assegnazione di un alloggio servono solo ad incentivare clientele e corruzioni.

Interi edifici, sia privati che pubblici, come il caso dell’ex sede Inpdap di via Santa Croce di Gerusalemme, sono stati occupati da famiglie di sfrattati che ora potrebbero essere nuovamente sgomberati. È questo il timore degli occupanti del gruppo Action, in sciopero della fame da oltre due settimane dopo la pubblicazione della legge regionale sull’emergenza abitativa recepita in senso restrittivo dal commissario Tronca.

Dalla Regione 600 alloggi per 30mila famiglie

I numeri evidenziano in modo più chiaro di qualsiasi discorso le dimensioni dell’emergenza casa a Roma. Sarebbero circa 30mila le famiglie in attesa di un alloggio popolare, con la Regione Lazio che ha predisposto un piano che dovrebbe arrivare a mettere a disposizione circa 600 alloggi ad affitti calmierati chiedendo alle municipalità di adoperarsi per fare altrettanto.

Ma le risorse sono quelle che sono e la soluzione non sembra proprio a portata di mano.

Una patata bollente che, per il momento, passa di mano in mano tra Regione e Commissario straordinario, in attesa dell’insediamento del nuovo sindaco.

CASE A RISCATTO E MISURE PER EMERGENZA ALLOGGIATIVA

L’emergenza alloggiativa può e deve essere superata. La casa non può essere un privilegio. È necessario trovare soluzioni adeguate che diano risposte concrete e durature, non volte esclusivamente a gestire il momento rimandando il problema che prontamente si ripropone a distanza di qualche mese o di qualche isolato. Risposte in grado di tutelare la dignità delle persone, iniziando dai cittadini che da anni attendono, purtroppo vanamente, di ottenere un alloggio dalle istituzioni. Sono convinta che una gestione sana del patrimonio comunale possa consentire di assegnare mille alloggi all’anno a chi è in graduatoria e ha diritto alla casa, invece delle attuali cento assegnazioni l’anno.Il mio programma per l’emergenza casa prevede che siano venduti alle famiglie in regola che li abitano 30.000 alloggi comunali: almeno il 90% di loro è pronto ad acquistarle, chi non può farlo resterà tranquillamente al suo posto. Con i soldi incassati e con quelli risparmiati dalle manutenzioni saranno costruiti nuovi alloggi o direttamente comprati sul mercato. Ci sono quindi le condizioni ideali per reperire le case che mancano per dare alle migliaia di famiglie in difficoltà il tetto che meritano. E lo farò privilegiando il meccanismo della “casa a riscatto”: chi paga regolarmente l’affitto e ne cura la manutenzione, acquista gradualmente la proprietà, fino a riscattarla al termine del percorso.