Non è la prima volta che l'Italia sente parlare di open source o di software Libero (simili ma un po' diversi per caratteristiche) ma i fatti parlano diversamente, infatti in Italia si tende a credere o pensare che finché il computer funziona va tutto bene.

Tuttavia questo modo di pensare comune è indice di forte disinformazione ma anche di tanta ignoranza e i media di certo non aiutano ad approfondire questi argomenti che ormai nell'era digitale stanno diventando molto importanti o addirittura all'ordine del giorno. Di conseguenza l'Italia è ancora il fanalino di coda anche su questo aspetto.

Il software Open Source è ben differente dal software proprietario, il più famoso in questione è il sistema operativo Microsoft Windows (con licenza a pagamento), giunto ormai alla decima versione e che in molti ben conoscono, tuttavia se parliamo di sistemi operativi GNU/Linux le persone esprimono una serie di pareri discordanti.

Il software libero nella pubblica amministrazione italiana

Anche negli uffici pubblici e nelle pubbliche amministrazioni si parla del Software Libero e in Italia stanno già avvenendo dei cambiamenti in tal senso, come ad esempio nel comune di Roma che lo scorso Ottobre 2016 hanno deliberato per l'uso del software libero e che hanno chiamato questa iniziativa #RomaSemplice, definendola il principio di condivisione della conoscenza.

Di conseguenza potete capire e intuire che ormai il software aperto è realtà di fatto anche nel nostro paese, di conseguenza occorre fare dei seri cambiamenti che vanno a beneficio dell'intera collettività con informazione giusta e imparziale e senza interessi dei soliti noti.

Coloro che sono un attimino più informati penseranno che per Software Libero o Open Source s'intenda l'uso di OpenOffice ma tale suite libera è comunque vicina alla chiusura ed è stata sostituita dalla ben più famosa suite LibreOffice che è un fork, ovvero una derivata della suite OpenOffice però sviluppata e mantenuta dalla The Document Foundation e che ha riscosso un notevole successo anche nell'esercito italiano, infatti il Ministero della Difesa lo ha annunciato lo scorso Giugno 2016.

La migrazione da Microsoft Office (con licenza a pagamento) a LibreOffice (con costi di licenza pari allo zero) ad esempio coinvolgerà circa 150.000 postazioni nel corso dei prossimi anni e verrà risparmiata una cifra compresa tra i 26 e i 29 milioni di euro, che verranno utilizzati per attività di tipo strategico.

Queste cifre e queste indicazioni mostrano chiaramente che è possibile risparmiare davvero moltissimo denaro con il software aperto e tutti noi siamo chiamati ad un cambiamento che può ridare sprint non solo agli uffici pubblici ma anche alle aziende italiane.

Anche il video documentario Revolution OS (Rivelazioni di Hackers) realizzato diversi anni fa può illuminarvi a riguardo.