Con la proroga di sei mesi arrivata nelle scorse settimane, si allontana la data delle elezioni per il municipio di ostia da un anno e mezzo commissariato per mafia. Dal settembre di un anno fa il X Municipio di Roma è amministrato dal prefetto Domenico Vulpiani, affiancato dai vice Maurizio Alicandro e Rosalba Scialla: la loro gestione doveva terminare a marzo, ma il 29 dicembre scorso il Cdm ha allungato la proroga. Non si voterà prima dell'autunno del 2017 e per i cittadini non è stata sicuramente una buona notizia. Quello che è un dato oggettivo, infatti, è il degrado in cui versa Ostia ed il suo entroterra e le responsabilità vengono sempre con più convinzione indicate, a torto o a ragione, nel commissariamento.

Il corteo cittadino

Oltre mille cittadini di Ostia sono scesi in strada lo scorso 21 Gennaio proprio per dire "basta" al commissariamento, tra associazioni, imprenditori, comitati di quartiere e residenti. Una fiaccolata silenziosa che spiegava come i cittadino non siano "rappresentati nelle aule di Governo" e come "il commissariamento, in questi mesi" sia stato "disastroso", ed in un comunicato letto al termine della manifestazione e poi inviato al Presidente della Repubblica, al Ministro dell'Interno e al Sindaco di Roma si poteva leggere: "Civilmente e ordinatamente abbiamo manifestato in silenzio ma la nostra rabbia urla giustizia. Siamo la risposta alla crisi della partecipazione, a chi crede che scegliere, protestare, vigilare non sia più possibile".

La posizione di CasaPound

A sfilare con i residenti c'erano anche esponenti politici di Sinistra Italiana e Fratelli d'Italia ma la forza politica che ha portato di gran lunga più persone in piazza è stata casapound. Da tempo il movimento guidato ad Ostia da Luca Marsella e Carlotta Chiaraluce chiede le elezioni ad Ostia e lo fa con i suoi metodi forti: manifestazioni, strade bloccate ed il municipio stesso occupato per due volte con decine di militanti denunciati.

"La proroga del commissariamento per mafia - spiegano da CasaPound - è un’assurda ingiustizia ed una prepotenza nei confronti dei residenti che non potranno andare al voto fino al prossimo autunno. Il malaffare che ha causato il commissariamento – continuano – è nel palazzo ed in quei partiti che fino ad oggi non hanno mosso un dito per chiedere le elezioni".

E non hanno tutti i torti.

Le colpe del Pd ed il silenzio del M5S

La realtà, infatti, è che il X Municipio è stato commissariato per colpa del Pd e dell'arresto dell'ex presidente del parlamentino lidense Andrea Tassone, che faceva affari con le cooperative di Mafia Capitale. Se dal Pd forse è sensato non aspettarsi una presa di posizione contro il commissariamento, quello che stupisce è l'assoluto silenzio del M5S che con i voti di un municipio commissariato per mafia ha eletto più di un consigliere all'Assemblea Capitolina del Campidoglio, a partire proprio dal capogruppo Paolo Ferrara. In campagna elettorale avevano promesso le barricate, ma una volta eletti si sono trasformati subito in pompieri ed hanno gettato acqua sul fuoco.

In fondo per Giuliana Di Pillo delegata al litorale che percepisce 40.000 euro l'anno, la possibilità di traghettare il territorio dalla fine del commissariamento alle elezioni potrebbe essere un ottimo sponsor per un'eventuale candidatura alla presidenza del municipio.

Quali interessi dietro al commissariamento?

Quello che è certo è che tutti vogliono mettere le mani su Ostia. Ci sono centinaia di milioni di euro in ballo a partire dalle spiagge passando per intere porzioni di territorio come l'Idroscalo e Nuova Ostia. Sembra quasi che il compito dei commissari sia quello di devastare e paralizzare Ostia per poi svenderla a qualche imprenditore, magari straniero. La politica (CasaPound a parte e che stranamente riceve accuse da tutti) per ora resta a guardare. Si prospetta comunque un'estate rovente ad Ostia tra bandi, proteste e incendi veri o presunti.