Era il 1971 quando apparse la copertina di un album raffigurante un barbone dall’espressione cruda e lo sguardo invasato, un’immagine che all’epoca colpì e colse di sorpresa. Quello straccione in copertina somigliava molto a uno scozzese di Dunfermline che il prossimo agosto compirà 70 anni e che, in quegli anni giovani, aveva deciso con altri di chiamare una band musicale con il nome dell’inventore della prima seminatrice meccanica, l’agronomo Jethro Tull. L’uomo o sosia della celebre copertina di Aqualung era la leggenda del rock Ian Anderson.

E Ian Anderson torna a Roma, il prossimo giugno all’Auditorium Parco della Musica. Una chance imperdibile per riascoltare dal vivo la sua musica e il suo flauto virtuoso.

Il concerto dei Jethro Tull a Roma

All’Auditorium sarà presentato il meglio di un repertorio vastissimo, da Bourée, la celebre rivisitazione di una composizione di Bach che fu uno dei primi grandi successi dei Jethro Tull, a Living in the Past; da Locomotive Breath a Thick As A Brick, passando per WarChild , Aqualung e molti altri brani in un concerto che è allo stesso tempo anche uno spettacolo multimediale con la proiezione di video che ricreano le suggestive atmosfere degli anni Settanta dai quali è iniziato il lungo e straordinario viaggio della storica band.

Sul palco di Santa Cecilia al fianco di Ian Anderson ci saranno John O’Hara alle tastiere, Florian Opahle alla chitarra, David Goodier al basso e Scott Hammond alla batteria.

Il concerto è fissato per venerdì 23 giugno 2017 con inizio alle ore 20.00 presso l’Auditorium Parco della Musica-Sala Santa Cecilia. I biglietti sono in prevendita online attraverso il circuito TicketOne.

I prezzi variano da euro 35 per la seconda galleria a euro 79 per la platea. Oltre Roma il tour italiano di Ian Anderson e la sua band farà anche tappa a Pescara (22 giugno), Sogliano al Rubicone (24 giugno) e Brescia (26 giugno).

Ian Anderson, e il flauto diventa magico

Aqualung è stato il quarto disco dei Jethro Tull, che si erano formati nel 1967, ma è quello che inizialmente diede la maggiore ribalta alla rivoluzione che Ian Anderson stava compiendo nel progressive rock e che più di altri a contribuito a rendere popolare al grande pubblico il flauto, uno strumento che il frontman dei Jethro Tull aveva studiato da autodidatta e suonato da virtuoso.

Compositore quasi per intero di tutta la musica dei Jethro Tull e autore dei testi, in più di 40 anni di attività la band ha venduto oltre 60 milioni di dischi.

Da pochi giorni è uscito l'album ‘Jethro Tull - The String Quartets’, un lavoro ideato da Ian Anderson che ripropone con l’arrangiamento orchestrale di John O'Hara le canzoni che hanno fatto la storia dei Jethro Tull. Un album che contiene, ad esempio, una splendida Locomotive Breath riarrangiata per archi.