Questa mattina la capitale si è svegliata sotto choc quando si è diffusa la notizia del ritrovamento, ieri sera verso l'ora di cena, delle gambe di una donna all'interno di un cassonetto della spazzatura nel prestigioso quartiere Parioli. Altre parti del cadavere sono invece state rinvenute in seguito in zona Flaminio. Gli inquirenti si sono messi immediatamente all'opera per dare un nome e un volto all'autore di questo cruento omicidio, e poco fa è stata diffusa la notizia che il fratello della vittima ha confessato di essere l'omicida dopo essere stato messo sotto torchio per lunghe ore dagli inquirenti.

Vediamo tutti i dettagli della scioccante vicenda.

E' stato il fratello

Maurizio Diotallevi, 62 anni, ha confessato dopo dieci ore di interrogatorio di essere stato l'autore dell'omicidio della sorella Nicoletta, di tre anni più giovane, con il quale conviveva in un appartamento del quartiere Flaminio. Dopo averla uccisa all'interno della casa dove vivevano l'ha fatta a pezzi e ha riposto parti del cadavere in diversi cassonetti nella speranza di riuscire ad occultarlo. Ma il piano non è andato a buon fine, e quando sono stati scoperti i resti della donna sono partite le indagini che hanno portato rapidamente all'arresto dell'omicida.

A rinvenire i primi resti del cadavere della donna è stata una ragazza di origine Rom che rovistando in un cassonetto in viale Maresciallo Pilsudski si è trovata davanti due gambe.

In seguito altre parti del corpo ed i vestiti della donna sono stati rivenuti in due cassonetti non distanti dall'abitazione dei fratelli, in via Guido Reni. Secondo gli inquirenti l'avanzato stato di decomposizione in cui versavano i resti suggerisce che l'omicidio potrebbe essere stato consumato il giorno precedente al ritrovamento.

'Erano persone perbene'

Secondo le prime ricostruzioni i due fratelli avrebbero avuto problemi economici, e convivevano in una casa ricevuta in eredità dai genitori. Il padre dei due congiunti sarebbe stato un ufficiale di alto rango dell'Esercito. Lavorava solo la donna e per arrotondare i due fratelli affittavano una stanza del loro appartamento.

Pare che l'uomo chiedesse spesso somme di denaro alla sorella, e non è da escludere che sia stato un eventuale diniego a far scattare la furia omicida. I vicini di casa sono rimasti senza parole: "erano gente perbene, non si capisce cosa possa essere accaduto" racconta una condomina del palazzo di via Guido Reni.

Decisiva la videosorveglianza

Determinanti per ricostruire la dinamica dei fatti le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza poste nella zona, che hanno inquadrato l'uomo uscire di casa trasportando un grosso sacco e poi lo hanno ripreso mentre gettava le gambe nel cassonetto. La casa dei fratelli è ubicata nei pressi di una caserma dell'Esercito e una delle sedi degli uffici della Questura, posta vicino alla scuola superiore di Polizia.

Nel quadrante sono presenti numerose telecamere e queste hanno registrato l'uomo mentre cercava di smaltire il corpo smembrato. Dopo aver visto le immagini gli inquirenti lo hanno sottoposto ad un lungo interrogatorio, fino a quando l'uomo ha ceduto e confessato le sue responsabilità.