Sono serviti 15 anni di denunce da parte dei residenti per portare alla risoluzione di una situazione definita di “baronismo domestico” in piazza Re di Roma. Alla fine, ieri, c’è stato l’intervento della Polizia locale, Servizi veterinari della Asl RM2, Dipartimento Ambiente, Guardie Zoofile e Ama.

'Sepolti in casa': 15 anni di denunce dei residenti

Nell’appartamento viveva una donna che versava in tragiche condizioni igienico sanitarie. La casa era invasa da deiezioni, sporcizia, degrado, una catasta di rifiuti e, ad aumentare la criticità, anche un gatto, evidentemente lasciato a se stesso e ai suoi escrementi.

A verificare la situazione dell’appartamento sono stati gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale che sono intervenuti per venire a capo di una situazione difficilissima che coinvolgeva la donna, il suo animale e tutti i residenti del palazzo, evidentemente protagonisti involontari di un disagio che hanno subito per almeno 15 anni.

Il primo intervento sei mesi fa

Dopo l’intervento, la casa è stata messa in sicurezza ed il problema è stato portato finalmente allo scoperto. L’intervento ha inoltre richiesto l’arrivo di Servizi veterinari della Asl RM2, Polizia locale di Roma Capitale, Ama Dipartimento Ambiente e Guardie Zoofile. Un primo intervento della Polizia Locale era già stato effettuato questa estate, a giugno scorso, e in occasione di questo blitz, oltre alle scarse condizioni igieniche, gli agenti hanno ritrovato anche delle carcasse di animali.

Quindi, sei mesi dopo l’inquietante scoperta, l’intervento risolutivo.

La tutela del gatto è compiuta

Dal comune di Roma fanno sapere che Campidoglio e Municipio VII tenevano questa situazione sotto controllo da mesi e che questa azione è servita a dare un chiaro segnale di riguardo e attenzione verso l’animale coinvolto, il gatto della signora, a tutela del suo decoro e benessere.

Quindi, in una nota stampa, Daniele Diaco, presidente della Commissione Capitolina all’Ambiente, dichiara che si dovrebbe terminare l’operazione con un percorso di interdizione e che la lotta del Campidoglio a difesa degli animali maltrattati prosegue.

Barbonismo domestico

Se la tutela del gatto è salva, per tanti anni non lo è stata quella dei residenti e della signora che vive in una situazione di grave disagio, forse psichico, economico, certamente sociale.

Casi come questi, non sono purtroppo isolati, al contrario a Roma fino al 2014 se ne contavano circa 660. Il problema principale sta nel fatto che i singoli casi non sono noti alle reti e organizzazioni che agiscono nel settore e, come in questo caso, le denunce dei vicini subiscono un iter di attesa estremamente lungo che abbatte ogni forma possibile di relazione e di aiuto e che alimenta forme di esasperazione.