Continuano le battaglie dei Radicali sul territorio nazionale affinché siano ripristinate le condizioni di legalità all'interno delle nostre carceri. Una delle associazioni più attive in questo senso è l'associazione radicale "Maurizio Provenza" di Salerno, il cui segretario Donato Salzano sta incarnando da anni questa battaglia nella sua città. Dopo aver portato a conoscenza gli ultimi, drammatici, casi di mancata erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza dietro le sbarre a Fuorni (come a Poggioreale) coi casi inerenti Giuseppe Danise e l'ultimo in ordine di tempo, Francesco Sorrentino, i Radicali salernitani cercano il dialogo con le istituzioni.

Per ottenerlo, Donato Salzano ha inviato in data 17 giugno, una missiva al sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, all'assessore alle Politiche Sociali, Giovanni Savastano, e al presidente della VI commissione Politiche Sociali del Comune di Salerno, Luciano Provenza. L'oggetto della lettera è la richiesta urgente di quello che viene definito "comitato per la salute pubblica". Tradotto in termini meno rivoluzionari, l'obiettivo dei Radicali di Salerno è una tavola rotonda che possa analizzare se e quanto i LEA siano garantiti negli istituti detentivi di Salerno e zone limitrofe.

La lettera di Salzano

L'idea di Salzano è riunire attorno allo stesso tavolo esponenti dell'Asl, della polizia penitenziaria e del mondo ospedaliero, anch'esso legato a doppio filo con la vicenda dei detenuti ammalati in carcere o non sempre in grado di essere curati (come nel caso di Danise) all'ospedale San Leonardo di Salerno.

Il tutto con il contributo della politica, essenziale dal momento che - come ricorda Salzano nella sua missiva - è il sindaco di Salerno la più alta autorità a livello sanitario in città e, quindi, anche nelle carceri e nei reparti detentivi degli ospedali. La lettera, come nella prosa abituale di Salzano, riprende i recenti pronunciamenti della Cedu (sentenza Torregiani) e il diritto all'assistenza sanitaria, anch'esso garantito dall'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, la cui violazione (non certo l'unica per Radicali Salerno) ha fatto nascere la celebre espressione "trattamenti inumani e degradanti", usata dalla Corte nell'evidenziare la tortura (in senso tecnico) in essere nelle carceri italiane.

Concetti evidenziati un anno e mezzo fa circa (8 ottobre 2013) da Giorgio Napolitano quando, in qualità di Capo dello Stato, inviò il Messaggio alle Camere sul tema carcere e sulla giustizia in generale.

Vero è che la situazione in alcune carceri è migliorata, specie in fatto di sovraffollamento, tuttavia la lotta dei Radicali di Salerno punta l'indice su un aspetto specifico legato alla salute, ovvero alla vita, di cittadini italiani (e non) in custodia presso strutture dello Stato. Da cui ci si aspetterebbe uscissero vivi e in salute una volta pagato il proprio debito in carcere nei confronti della società.