Purtroppo è il protagonista di tutti i giornali e telegiornali: stiamo parlando del virus Ebola. Questo è stato giustamente definito dalla maggioranza delle persone come un "virus killer", infatti fino a poco tempo fa il tasso di mortalità di questa terribile malattia era altissimo, aggirandosi intorno al 90%. Attualmente il tasso di mortalità è via via diminuito, facendo registrare, quasi ogni giorno, nuove importanti guarigioni. Come gran parte delle cose presenti in natura però, anche la formazione del virus Ebola è pressoché sconosciuta al mondo della scienza, rendendo quindi impossibile una precauzione più radicale della sua diffusione eliminandolo definitivamente. I principali portatori del virus sono i pipistrelli della frutta.

Modalità di trasmissione del virus da una persona all'altra

Anche se in questo dato momento in Italia non esistono casi di contagio, la paura che questa malattia incute è notevole e più che comprensibilmente dato l'alto tasso di mortalità che ancora persiste nonostante i lievissimi miglioramenti. La logica stringente fa dedurre che finché non ci sarà il primo malato di Ebola in Italia la situazione rimarrà sicura, ma appena si verificheranno i primi malati ci sarà da correre ai ripari. Per quanto riguarda le modalità di contagio, non esistono prove scientifiche che attestino la possibilità di trasmissione del virus per via aerea, per acqua o per cibo. Il contagio quindi è possibile solo se si è a stretto contatto con un malato.

Va sottolineato che non si verrà contagiati da un malato che tossisce vicino a noi, ma dal diretto contatto con i suoi fluidi corporei, quali urina, saliva, feci e sangue. Sembrerebbe semplice evitare il contagio con questi elementi, ma è tutt'altro che semplice dato che la principale caratteristica della malattia è quella creare gravi lacerazioni nella carne con conseguente sanguinamento e fuoriuscita di altri liquidi. Nella quasi totalità dei casi, oltre alle lacerazioni cutanee, sono presenti anche gravi forme di emorragie interne che si traducono in forti sanguinamenti da tutti gli orifizi, come l'ano, l'uretra, il cavo orale, i condotti uditivi e persino dagli occhi.

Il contagio è possibile anche attraverso indumenti e lenzuola usate da un malato.

Sulla persona sana, in questo caso dovranno essere presenti ferite aperte (anche quelle considerate relativamente insignificanti in situazioni normali). Per questo motivo non è assolutamente un'esagerazione l'applicazione della quarantena per vie precauzionali su soggetti con sintomi sospetti.